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Il progetto illuminotecnico è di per sé un progetto complesso perché occorre garantire adeguate condizioni visive per la sicurezza

Il progetto illuminotecnico è di per sé un progetto complesso perché occorre garantire adeguate condizioni visive per la sicurezza, la prestazione e il comfort degli utenti per differenti condizioni d’uso degli ambienti. A queste funzioni fondamentali possono poi essere associate molte altre valenze legate alla luce, quali ad esempio la possibilità di creare atmosfere e suggestioni, la lettura storica e didascalica di un luogo o architettura, la comunicazione e valorizzazione, in relazione alle attività svolte, l‘integrazione dinamica con la luce naturale, la necessità di garantire le condizioni ottimali di conservazione in presenza di opere d’arte esposte. Tenendo conto della varietà di aspetti e problematiche, emerge chiaramente come il progettista illuminotecnico, soprattutto in presenza di contesti caratterizzati da un elevato valore culturale e artistico, debba associare alle competenze tecnico-scientifico una solida cultura storico-umanistica, nonché una spiccata sensibilità artistica per gestire il difficile inserimento di sistemi impiantistici contemporanei in un contesto architettonico che non li prevedeva. In questi ambiti il progetto di luce si deve articolare quindi per fasi successive di approfondimento che, partendo da una conoscenza storica e funzionale del manufatto architettonico e del suo contesto e da un’attenta analisi delle esigenze di ordine visivo, concorrono alla definizione dei requisiti di progetto. Spesso invece il progetto illuminotecnico viene affrontato in termini puramente tecnici, con la definizione delle soluzioni tecnologiche adeguate dal punto di vista energetico e dei risultati quantitativi, senza prevedere fasi preliminari di conoscenza, quali il monitoraggio ambientale delle condizioni preesistenti e l’analisi delle condizioni di conservazione e di fruizione ottimali per gli ambienti museali e per le opere d’arte esposte. Un approccio metodologico invece “corretto” e che comprende tutte le fasi di approfondimento è quello condotto recentemente da Carla Balocco e dai suoi collaboratori. Lo studio ha riguardato un luogo simbolo non solo della città di Firenze, con una valenza storico-artistica eccezionale e con una molteplicità di funzioni: da ambiente museo a luogo di rappresentanza e di attività politica, il “Salone dei Cinquecento”.
Lo studio ha previsto una prima fase di conoscenza del manufatto, comprendente una ricerca storico-filologica del luogo, nonché un’analisi delle volumetrie e delle caratteristiche superficiali dell’intero ambiente e delle opere in esso esposte, associate ad un monitoraggio delle attuali condizioni ambientali in presenza di luce naturale e artificiale. A questa fase è seguita quella di concept del progetto illuminotecnico, con un’attenta valutazione delle condizioni ottimali di conservazione e percezione, in relazione ai differenti utilizzi della sala. Tale aspetto ha portato alla scelta di prevedere diversi scenari di luce, rispondenti alle esigenze funzionali e scenografiche richieste. La fase di progettazione vera e propria ha riguardato la definizione delle soluzioni più idonee, sorgenti luminose, apparecchi d’illuminazione, sistemi di gestione e controllo della luce naturale e artificiale, e alla loro verifica di calcolo, utilizzando programmi illuminotecnici di simulazione numerica e realizzando un modello virtuale tridimensionale dell’ambiente. Fase conclusiva dello studio è stata la validazione dei risultati delle simulazioni numeriche attraverso campionatura in campo di diversi sistemi d’illuminazione, al fine di ottimizzare la qualità e la quantità di luce sulle diverse superfici da illuminare, in funzione degli scenari luminosi ipotizzati. Il percorso progettuale, così inteso e svolto, è “da manuale”, spesso teorizzato ma raramente realizzato: per questo risulta particolarmente significativo e meritevole di essere pubblicato e diffuso. Altro motivo di segnalazione e plauso è la passione dell’Autore, che traspare da ogni riga dello scritto, che rende entusiasmante e coinvolgente il lungo, e certamente impegnativo, studio condotto. Solo l’entusiasmo e il coinvolgimento emotivo del progettista possono garantire, insieme alle conoscenze storico-umanistiche e tecnico-scientifico, al rispetto dei requisiti di progetto, all’utilizzo corretto degli strumenti e dei metodi di valutazione dei parametri illuminotecnici, la definizione di un buon progetto di luce. Anche per questo siamo grati a Carla Balocco, ai suoi collaboratori e a tutte le persone che hanno reso possibile lo studio e la sua pubblicazione.
Data recensione: 01/06/2014
Testata Giornalistica: Luce
Autore: Chiara Aghemo