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L’aspetto più éclatante in questo nuovo lavoro di Anna Balsamo, è l’inscindibile legame che la parola poetica riesce a stabilire con altre manifestazioni artistiche:

L’aspetto più éclatante in questo nuovo lavoro di Anna Balsamo, è l’inscindibile legame che la parola poetica riesce a stabilire con altre manifestazioni artistiche: musica e pittura in primis, ma non solo. Lo spirito di Debussy, dei suoi Préludes, prima fonte d’ispirazione del libro, innerva ogni Haiku; inseguendo la musica i versi si immettono in quella scia d rinnovamento dell’Arte nel Novecento che ancora oggi va sotto il nome generico di “impressionismo”, anche se alcune manifestazioni musicali nei Préludes già si avviano verso una visone più astratta. Le grafiche di Rinaldelli, con la loro leggerezza, accompagnano magistralmente l’evoluzione del segno in questo percorso, interpretando il senso e riproducendo sulle pagine “fusione di parole e immagini... forme in ideali geometrie compite... come altrettanti ideogrammi sorgivi”, precisa l’autrice nella sua nota. Non manca certamente il legame con la letteratura, lo stretto collegamento con autori di quel periodo storico conosciuto come Decadentismo, fiorito in Francia nell’ultimo ventennio dell’Ottocento: Baudelaire, Rimbaud, Verlaine, Mallarmé... In particolare con quest’ultimo, forse il poeta più vicino allo spirito di Debussy. Mallarmé, artista la cui ambiguità di scrittura ha messo spesso in difficoltà traduttori ed interpreti poiché le sue opere più che alla forma, erano interessate all’interazione tra stile e contenuto e anticipavano molte delle fusioni tra poesia ed arte che stavamo per esplodere in scuole dadaiste, surrealiste e futuriste. Ma perché ricorrere ad una forma poetica così particolare, così lontana dalle nostre radici culturali, come l’Haiku, per accompagnarsi a questo artistico percorso? Inevitabile la constatazione che, data la natura profondamente legata alla cultura orientale dell’Haiku, per noi occidentali, radicati in contesti e culture ben diversi, seppure affascinati dalle infinite risorse di questi tre  versi di sole cinque - sete - cinque sillabe, non sarà possibile che dare vita a dei quasi - haiku, come asserisce anche la voce autorevole di Andrea Zanzotto. Malgrado ciò, come l’opera di Anna Balsamo dimostra, questo non rappresenta una limitazione alla poesia, bensì l’apertura verso ulteriori, nuove forme di comunicazione. Nella nota a inizio libri l’autrice dichiara che ha desiderato usare lo schema dell’Haiku, soprattutto “per creare messaggi non univoci”, in una forma espressiva che fosse in sintonia con lo spirito del musicista. E l’ha fatto con estrema maestria, rispettando il più fedelmente possibile le “regole metriche”, ma giocosamente e senza alcuna pretesa, né necessità, di volere restituire la “sostanza” dell’Haiku originale: CORO: Scolpite e ferme / le baccanti danzavano / pur e ebbre e lente. – VOCE SINGOLA: Pur se ebbre e lente / le baccanti danzavano / scolpite e ferme. Haiku, ovvero composizione da intendere – Franco Manescalchi ci ricorda nell’Introduzione – come “una sorte di sintetico pensiero poetante... una chiave per entrare in un mondo più grande”. In questa brevissima struttura di diciasette sillabe disposte su tre versi, tutto si concentra: realtà, transitorietà e relatività. Da non sottovalutare infine la volontà di formulare gli Haiku in un contesto recitativo, per coro e per voce singola, che, in questo particolarissimo e commosso abbraccio multimediale, coinvolge anche il teatro, anzi il Teatro, arte amata e coltivata da Anna Balsamo fin dalla più giovane età.     
Data recensione: 21/09/2013
Testata Giornalistica: Erba d’Arno
Autore: Annalisa Macchia