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Chi ha avuto la fortuna di visitare, in Borgo Santi Apostoli a Firenze, la ricchissima invidiabile biblioteca privata del marchese Niccolò Rosselli Del Turco

Chi ha avuto la fortuna di visitare, in Borgo Santi Apostoli a Firenze, la ricchissima invidiabile biblioteca privata del marchese Niccolò Rosselli Del Turco, ha potuto ammirare il manoscritto originale del «Sepoltuario fiorentino», in cui si registravano i sepolcri delle famiglie nelle chiese e nei cimiteri fiorentini e del suburbio. Scritto tra il 1650 ed il 1657 da un suo illustre antenato altamente erudito, Stefano di Francesco Rosselli, è per la prima volta oggetto di una monografia, nata da uno studio approfondito della storica dell’arte ed esperta di archivi Michelina Di Stasi, ora pubblicata da Polistampa. Monografia accompagnata da un Dvd con la riproduzione integrale di tutte le trascrizioni riportate nel cosiddetto «libro dei morti», comprese le notizie storico-artistiche sulla fondazione delle varie cappelle e dei sacrari di culto cristiano. Consentendo la divulgazione di questo prezioso repertorio di filologia testimoniale, fonte inesauribile di genealogia, il marchese Niccolò non ha voluto solo rendere omaggio alla memoria della sua famiglia (estinta come Rosselli nel 1721, cognome poi acquisito, dopo un matrimonio, dai Del Turco) ripercorrendone la produzione letteraria; ma si è proposto di facilitare – appunto con un volume di eccellente qualità scientifica – il lavoro di ricerca degli studiosi della storia e dell’arte, come hanno opportunamente testimoniato durante la presentazione del volume al Museo delle Cappelle Medicee «autorità» in materia come Antonio Paolucci, Cristina Acidini, Diana Toccafondi e Monica Bietti. Il «clima» della Firenze di pieno Seicento è qui ben rappresentato. Con documenti di prima mano, Michelina Di Stasi, allieva di Maria Grazia Ciardi Dupré, inquadra la figura dell’antiquario Stefano di Francesco Rosselli , aristocratico ben visto alla corte dei granduchi Cosimo II e Ferdinando II, titolare di importanti magistrature fiorentine e, in particolare, per ben cinque volte «console dell’Arte dei Medici e degli Speziali». Ricco, colto anche per gli studi universitari fatti a Pisa, amico di molti accademici della Crusca. Prese moglie a 41 anni, ebbe tredici figli, molti dei quali deceduti in tenera età. Forse anche per questo volle fare del «libro dei morti» l’impresa più importante della sua vita. «Nel diciassettesimo secolo – lo sottolinea nella prefazione Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani – ciò che rimaneva ben vivo nella corte degli ultimi Medici, come nei circoli intellettuali, come nei ceti popolari, erano le memorie e l’orgoglio di un illustre passato. Quel passato fatto di grandi famiglie, di grandi opere e di grandi autori al quale rendevano costante omaggio la Crusca e l’Accademia dell’Arte e del Disegno e che i sovrani di Firenze avevano voluto mettere in figura nel Salone di Giovanni da San Giovanni a Pitti in forma di omaggio alla memoria di Lorenzo il Magnifico». Stefano di Francesco Rosselli condivise questa atmosfera di nostalgia tipica di quegli anni. Il suo «Sepoltuario» è stato quindi un modo originale per onorare le famiglie ed i personaggi che hanno fatto grande Firenze.
Data recensione: 04/05/2014
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
Autore: Antonio Lovascio