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Un’infanzia a Teheran fra tele e pennelli, sognando Michelangelo e l’Italia

Un’infanzia a Teheran fra tele e pennelli, sognando Michelangelo e l’Italia. L’avversione del padre, ma lui, Maziar Boostandoost, ha scelto di intraprendere il percorso coltivato con passione fin dalla tenera età e nel 2007, a 24 anni, si è trasferito in quella Firenze così a lungo desiderata, dove tuttora studia design. «Quando ero in Iran immaginavo di camminare per i corridoi degli Uffizi, o di fermarmi a contemplare il David alla Galleria dell’Accademia. Ora mi sento un privilegiato perché cammino ogni giorno nell’unicità dell’arte». Sui marciapiedi fiorentini Maziar ha consumato le suole, avvinto dalla bellezza delle architetture rinascimentali dei vigori statuali in Piazza della Signoria, dai tramonti sull’Arno. Non tutto è stato facile, specie i primi tempi, quando molte sono state le differenze rivolte a quello straniero venuto da un Paese complesso, un Paese islamico per giunta. Il suo sorriso accogliente e l’aria bonaria non sono bastati a vincere i pregiudizi di tante persone. È stato in questo periodo difficile che, abbandonato il pannello, è passato alla macchina fotografica, divenuta a un certo punto unico strumento adeguato ad esprimere la sua realtà interiore. Spronato da sua moglie ha messo a nudo la città, cercando nuove angolazioni da cui osservarla. Da questa ricerca è nato il suo progetto fotografico «L’Eros di Thanatos» in mostra per pochi giorni al Caffè Letterario delle Murate (catalogo Polistampa). Nelle sue foto sono soprattutto le statue a parlare. Il contrasto del bianco e nero viene interrotto solo in alcuni punti, laddove è il colore a enfatizzare l’urgenza concettuale «Ho dato colore alle mani, tese verso qualcuno o strette a qualcosa, perché è il protendersi verso l’altro che conta ed è stato ciò che mi è mancato qui all’inizio». Vita e morte, pulsioni trascinanti e opposte. È questo continuo movimento ad affascinare Boostandoost, che nelle foto accende di colore proprio gli elementi più dinamici: la mano che agisce, il fiume che scorre, i riflessi cangianti del cielo. Particolari trascurati dagli sguardi meno attenti, eppure ogni giorno visibili.
Data recensione: 13/04/2014
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Irene Roberti Vittory