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È in edicola per i tipi di Polistampa, voluto dalla Misericordia di Empoli, il libro sulla chiesa conventuale di Santo Stefano degli Agostiniani

È in edicola per i tipi di Polistampa, voluto dalla Misericordia di Empoli, il libro sulla chiesa conventuale di Santo Stefano degli Agostiniani. È un libro ricco di immagini, grazie alla fotografa boema Alena Fialová e scritto da Walfredo Siemoni. Ha il piglio del racconto storico. Si parte dall’inizio, in virtù di precisi privilegi concessi al pievano della Terra d’Empoli dal Vescovo Gotifredo nel 1117. In pratica era il Pievano che decideva se e come accogliere fra le terre di sua competenza altri insediamenti religiosi. Solo gli Agostiniani riuscirono ad entrare, aiutati dal fatto che da tempi immemorabili avevano un oratorio dentro le mura. Ma intanto avevano fondato il loro convento in Borgo (attuale via Chiarugi), e da lì chiedevano l’ingresso nella terra fortificata, adducendo motivi di sicurezza e protezione dalle scorrerie dei pisani e dei lucchesi. Ebbero il permesso di costruire il convento, con la chiesa annessa, lì dove sta ora, solo nel 1367. Sono riportate anche le opere d’arte per la prima volta documentate in tutta la loro bellezza. In primis quelle di Masolino da Panicale, gli affreschi di Gherardo di Jacopo, detto lo Starnina. E ancora le due sculture di Bernardo Rossellino che raffigurano l’Annunciazione, la tela secentesca del Furini, messa a valorizzare la più antica tavola di Bicci di Lorenzo con il San Nicola che protegge Empoli dalla peste. Gli affreschi del Vannini, quella dedicata a Santa Caterina, con il Martirio della Santa raffigurato da pittore senese Rutilio Manetti. E poi il Passignano nella Cappella dei Salvagnoli nel transetto sinistro, il Mario Balassi della Cappella dei Neri, il Meucci, in coppia con il Del Moro, che affrescarono anche il soffitto della Collegiata. E la tela del Botteghi, attualmente posta nel coro.
Data recensione: 17/02/2014
Testata Giornalistica: Il Tirreno
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