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Sulla scorta dello studio di altri contibuti (Roman Vlad, Friedrich Smend) Mario Ruffini affronta con penna lieve e scrittura facile un tema noto agli amanti di Bach: le molteplici, affascinanti relazioni tra opera, vita e numero.

Sulla scorta dello studio di altri contibuti (Roman Vlad, Friedrich Smend) Mario Ruffini affronta con penna lieve e scrittura facile un tema noto agli amanti di Bach: le molteplici, affascinanti relazioni tra opera, vita e numero. La tesi è che la musica sia stato il mezzo scelto da Bach per parlare con Dio, attraverso i numeri e le opere speculative. Ma non solo: nella prefazione Ramin Bahrami (l’acclamato pianista, animatore del gruppo Facebook dedicato a Bach, migliaia di membri, insieme al quale Ruffini ha fondato il World Bach-Fest) ha definito il testo «un canto polifonico a più voci». Se Ruffini si addentra nell’opera con sicurezza matematica, non da meno è la perizia nell’osservare altri aspetti, solo in apparenza minimi. Ad esempio, nel «segreto dell’immagine riflessa» l’autore, discutendo i due noti ritratti bachiani di E.G. Haussmann, rintraccia in essi un’affascinante sintesi figurativo-simbolica. (Del resto Ruffini è il responsabile scientifico dei progetti di musica-arti figurative del Kunsthistorisches Institut fiorentino). Il taglio è divulgativo, in bibliografia è citata la letteratura specialistica, ma anche gli immancabili Hofstadter e Odifreddi.
Data recensione: 01/02/2014
Testata Giornalistica: Giornale della Musica
Autore: Benedetta Saglietti