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«L’uomo e i suoi mondi» è l’installazione principe della nuova mostra di Paolo Staccioli, «Le cortesie, le audaci imprese io canto» inaugurata ieri a Palazzo Medici Riccardi.

«L’uomo e i suoi mondi» è l’installazione principe della nuova mostra di Paolo Staccioli, «Le cortesie, le audaci imprese io canto» inaugurata ieri a Palazzo Medici Riccardi. Un popolo di creature inquiete, guerrieri, viaggiatori in fuga, cavalli al galoppo, ha trovato riparo tra la limonaia, il giardino e il cortile del Michelozzo, ma si concedono un’escursione nella sala espositiva dell’Officina Profumo farmaceutica di Santa Maria Novella dove è stata organizzata un’appendice dell’esposizione. Anche in questa nuova mostra, dopo quelle degli anni scorsi al Museo degli argenti di Palazzo Pitti, all’Archeologico di Fiesole e al Museo Horne di Firenze, il maestro delle arti del fuoco insiste con le arcane apparizioni, narrando di mondi sconosciuti al quotidiano, di uomini e donne orfani di una perduta stabilità. Guerrieri in bell’ordine dentro navicelle, coraggiosi come Etruschi su fragili legni in cerca di sbarco, ma anche di uomini che portano sulla spalla il peso del mondo, rappresentato da sfere di ceramica bianca. Come nei poemi classici, Paolo Staccioli canta i suoi fieri personaggi dalla testa troppo piccola e vestiti di ceramiche metallizzate. Forme snelle ricavate dalla terracotta lustrata o dal bronzo, perennemente solitarie, eppure capaci di contrapporsi al mondo con la forza della fantasia, dell’’arte. Ironia sottobraccio a moralità accompagnano il maestro della ceramica e del bronzo verso nuovi personaggi creati nei forni del suo laboratorio a Scandicci. Creature angeliche consapevoli della difficoltà del nostro tempo che a dorso di cavallo corrono verso gli uomini e le donne con in mano l’antidoto per sopravvivere. La mostra, a cura di Anita Valentini voluta dall’Associazione culturale Liberarte, è aperta al pubblico fino al 10 marzo. Catalogo Polistampa.
Data recensione: 09/02/2014
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Loredana Ficicchia