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Il volume non è solo la storia di una famiglia e della sua prestigiosa dimora nel cuore di Firenze, ma anche una storia della città sullo sfondo dell’Italia e dell’Europa del

Il volume non è solo la storia di una famiglia e della sua prestigiosa dimora nel cuore di Firenze, ma anche una storia della città sullo sfondo dell’Italia e dell’Europa del medioevo a oggi. Le origini della famiglia si perdono nella memoria: nobilitata da Carlo Magno, già nel trecento i Gondi erano parte di una rete internazionale di commercio e, nel secolo seguente, grazie a Giuliano e Antonio, ricchi setaioli, esperti nell’arte del battiloro e mercanti e ai loro felici investimenti, consolidarono le proprie finanze, iniziando un’inarrestabile ascesa sociale. Dopo la costituzione di una banca e l’apertura di una succursale a Lione ai primi del Cinquecento, Antonio “il Giovane” dopo essersi conquistato la stima di Francesco I, si trasferì alla corte di Parigi per divenire poi banchiere reale e uomo di fiducia di Caterina de’ Medici. Il ramo francese dei Gondi fu investiti di importanti feudi, prestigiosi titoli nobiliari e cariche ecclesiastiche e governative: i Gondi divennero ambasciatori, ministri, banchieri e svolsero un ruolo di primo piano per ristabilire la pace durante le guerre civili, intervenendo reiteratamente per la conversione di Enrico IV, al cattolicesimo e favorire le sue nozze con Maria de’ Medici. Il ramo fiorentino fu ricco di condottieri, politici, letterari, ecclesiastici e, al pari dell’altro, mediante accorte strategie matrimoniali, consolidò le proprie fortune. Nel 1455 Giuliano (1421-1501) acquistò dai Giugni un “palagio” in San Firenze, nella centralissima posizione dirimpetto a Palazzo vecchio (allora palazzo dei Signori) e prossimo a Santa Croce. Affidò a Giuliano da Sangallo – illustre architetto al quale sarebbe andata la fiducia di committenti quali Ferdinando d’Aragona, Lorenzo il Magnifico, Leone X – il compito di trasformarlo in una residenza di enorme prestigio che rendesse visibile lo status raggiunto dalla famiglia. I lavori – progettati con l’obiettivo di una magnificenza raggiunta, attraverso una serie di trasformazioni, secoli dopo – principiarono nel 1489, l’anno in cui si gettarono pure le fondamenta di un altro palazzo di pari importanza, quello di Filippo Strozzi. All’incrocio fra tradizione e innovazione, il palazzo dei “due Giuliani” ebbe fra i tanti elementi di bellezza, secondo la voga umanistica durata in Firenze qualche decennio, quelli che riguardavano gli spazi pubblici di una dimora: facciata (in questo caso, a bugnato, maestosa), cortile, scala. Né possono essere dimenticati i capolavori di casa Gondi, a cominciare dal crocifisso di Brunelleschi nella cappella Gondi nella basilica di Santa Maria Novella. Se i secoli dai XVI al XVII videro la sostanziale stabilità delle fortune dei Gondi sotto i Medici e sotto i Lorena e la linea francese godette in quel periodo di posizioni di assoluto rilievo, l’epopea del palazzo (già arricchito con ambienti barocchi) trovò la sua conclusione nel pieno dell’Ottocento. Il completamento fu intrapreso da Eugenio al tempo di Firenze capitale, avvalendosi del massimo architetto attivo allora in città, Giuseppe Poggi, che del capoluogo toscano curò l’intera ristrutturazione urbanistica. La storia di casato e palazzo non si è conclusa: molte sono le attrattive acquisite da quest’ultimo anche in tempi recenti e altre scoperte sono in corso (come il recupero di un gabinetto di porcellane, arricchito di inserti Ginori), mentre i Gondi di oggi – che continuano a fare proprio il motto della famiglia “non sin elabora” – si impegnano per far studiare e conoscere le vicende dei loro antenati e predecessori e per valorizzare la città e il suo patrimonio con attività di promozione culturale.
Data recensione: 01/01/2014
Testata Giornalistica: Le Carte e la Storia
Autore: Daniela Manetti