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Anche nella nostra città si nascondono opere d’arte di grande valore storico. È questo il caso del Complesso della Chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani

Il libro ad opera della Misericordia

Anche nella nostra città si nascondono opere d’arte di grande valore storico. È questo il caso del Complesso della Chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani in via de’ Neri a Empoli, a cui è stato recentemente dedicato un libro a cura di Walfredo Siemoni, storico dell’arte. «Da circa tre anni – afferma Fabrizio Sestini della Misericordia di Empoli – abbiamo in gestione la chiesa di Santo Stefano, per valorizzarla e riportare alla luce l’arte che la caratterizza. Il progetto e la pubblicazione di questo volume sono stati fortemente voluti dal governatore Giovanni Pagliai».
Il libro “Santo Stefano a Empoli – La chiesa e il convento degli Agostiniani”, presentato ieri nei locali della Misericordia, dà una lettura storica e diacronica delle opere e degli arredi transitati nella chiesa, dando anche spazio attraverso ricostruzioni fotografiche e fotomontaggi alle opere che non ci sono più o che sono andate distrutte. «Ci sono molte opere d’arte a Empoli – dice Cristina Agnoni della soprintendenza per i beni artistici – La città custodisce capolavori rinascimentali e del 600 fiorentino poco valorizzati. Inoltre in Santo Stefano sono emerse anche diverse testimonianze artistiche finora sconosciute». La rivalorizzazione della Chiesa di Santo Stefano – testimoniata dal volume scritto da Siemoni – è dunque un punto cardine per la riqualificazione di Empoli sia dal punto di vista artistico che storico». «È iniziato tutto da una rivisitazione della mia tesi di laurea, ma ne è uscito un volume del tutto diverso – afferma l’autore del volume –. L’unica similitudine riguarda l’oggetto in esame, ovvero la chiesa di Santo Stefano. Ci sono molti inediti e novità, opere che non conoscevamo. Ringrazio la Misericordia e il governatore Pagliai, che ha creduto molto nel progetto, Alessandro Trini per la disponibilità a far visitare la chiesa al pubblico ed infine Alena Fialovà per le foto».
Data recensione: 14/12/2013
Testata Giornalistica: La Nazione
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