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C’è persino un piccolo quadro astratto, forse l’unico mai realizzato dall’artista- c’è chi dice per burla, chi invece, a cominciare dalla vedova

C’è persino un piccolo quadro astratto, forse l’unico mai realizzato dall’artista- c’è chi dice per burla, chi invece, a cominciare dalla vedova Rossella, ribadisce l’assoluta serietà con cui questi guardava a uno stile tanto diverso dal proprio - tra le 150 opere di Pietro Annigoni esposte da oggi e fino al 6 gennaio nella sede dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze in via Bufalini. E poi inediti - tra cui il maestoso ritratto della baronessa Stefania von Kories, scomparsa lo scorso marzo - e pezzi rari, compresa una nutrita sezione dedicata all’attività dell’artista come pittore di “celebrities”, con un bel disegno della Regina Madre, alcuni bozzetti del principe Filippo, e ancora uno studio per il ritratto di Papa Giovanni XXIII commissionato dal Times. Un evento, quello promosso dall’Ente Cassa e dalla Fondazione Guelpa di Ivrea, che colpisce, oltre che per il sostanzioso numero di opere esposte (molte delle quali messe a disposizione proprio dai due enti), per l’eccezionale varietà di queste ultime, frutto di un preciso lavoro di ricerca, da parte dei curatori - Emanuele Barletti con Arabella Cifani e Franco Monetti - volto alla riscoperta dell’Annigoni più spiazzante e meno conosciuto, quello che emerge dalle raccolte dei tanti «collezionisti per caso» che, spiega Barletti, «hanno incrociato l’artista e gli hanno voluto bene», rifiutando di disfarsi delle sue opere e di metterle sul mercato. «Abbiamo seguito il cuore - continua il curatore - cercando di esprimere un coacervo di emozioni e sentimenti piuttosto che il rigore di un preciso percorso scientifico, anche per evitare di ricadere nella trappola dell’annoso dibattito sull’apporto di Annigoni alla storia dell’arte del Novecento». Largo dunque a una scelta che privilegia, a 25 anni dalla morte dell’autore, cose «viste poco o mai viste» - in questo senso anche un’opera pubblicatissima ma sconosciuta al pubblico fiorentino come il Ritratto di Patricia Rowlings (o La strega), custodito a Vicenza - e in grado di mettere luce da un lato l’estrema popolarità dell’artista, dall’altra la sua incredibile prolificità.
Data recensione: 16/10/2013
Testata Giornalistica: La Repubblica
Autore: Gaia Rau