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Si inaugura oggi negli spazi espositivi della Cassa di Risparmio di Firenze, al piano terra di via Bufalini, nel 25esimo anniversario della scomparsa

Ritratti, paesaggi, temi religiosi nella mostra fiorentina che si inaugura oggi Fra le 150 opere una sorpresa: un quadro informale finora sconosciuto

Si inaugura oggi negli spazi espositivi della Cassa di Risparmio di Firenze, al piano terra di via Bufalini, nel 25esimo anniversario della scomparsa, una mostra dedicata a Pietro Annigoni. Con una sorpresa: un quadretto astratto finora totalmente sconosciuto perché in mani private.
Curata da Emanuele Barletti che sull’argomento frena (“sarebbe arduo da questo esempio per ora isolato affermare in maniera perentoria che anche Annigoni abbia voluto provare a cimentarsi con l’informale”) la mostra vuole evidenziare i molteplici aspetti della vita e dell’opera del maestro milanese di nascita fiorentino di adozione, dove ebbe per insegnanti all’Accademia di Belle arti Felice Carena (pittura), Giuseppe Graziosi (scultura), Celestino Celestini (grafica).
I curatori della mostra hanno raggiunto questo obiettivo valorizzando i temi principali della lunga militanza umana e professionale di Annigoni (i ritratti e auto-ritratti, i paesaggi, i temi religiosi, la famiglia, gli amici) attraverso un nucleo di 150 opere divise in quattro sezioni, tra cui molti inediti.
A partire appunto da questa piccola tela a tecnica mista, un insieme di campiture di colore nero, rosso, celeste e sciabolate di bianco, in una apparente negazione di quella realtà figurata che nel 1947, insieme a Gregorio Sciltian e ai fratelli Antonio e Xavier Bueno, l’aveva portato a firmare il così detto manifesto dei “Pittori moderni della realtà”, che era un modo netto di schierarsi dalla parte della tradizione e del figurativismo in opposizione all’astrattismo dominante.
Restando sui suoi “argomenti” preferiti, sfilano la classica galleria di “sangue blu” (il reali d’Inghilterra, la regina di Danimarca, la baronessa Stefania von Kories), alcuni pezzi inediti come i bozzetti realizzati per la rivista “Time” di Papa Giovanni (1962) e Lyndon Johnson (1968) o come i cartoni preparatori per il ritratto del generale Mark Clark, mentre da Villa Godi Malinverni a Lugo di Vicenza esce per la prima volta il ritratto di Patricia Rawlings, oggi membro del Parlamento britannico.
Fra le curiosità la bicicletta che il grande artista usava per muoversi in città, una serie di fotografie e oggetti personali più il volto di tipica “bellezza fiorentina” che accompagnava la pubblicità della Fiat 850 che all’epoca costava 750mila lire.
Una presenza di artista quella di Annigoni che il suo 900 l’ha fatto, magari controcorrente, scandendo una ricerca della “forma” che si astraeva dalle maglie di un conflitto espressivo in caccia di sofisticati e scandalosi approdi.
Un “ritorno all’ordine” che ha circoscritto Annigoni nella cerchia del “pittore di mendicanti, santi e regine”, snobbato dalla critica.
Una dimensione che all’artista è sempre andata stretta, e che ora l’Ente cassa di risparmio di Firenze, che ha di recente acquistato il fondo del pittore (dipinti, disegni, incisioni, sculture, album fotografici, manoscritti) e messo in moto un circuito critico della sua opera a Villa Bardini, intende in qualche modo ribaltare.
Data recensione: 16/10/2013
Testata Giornalistica: Il Tirreno
Autore: Gabriele Rizza