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Dal 2001 le memorie della Grande guerra (1915-18) sono entrate a far parte ope legis del patrimonio culturale dello Stato italiano

Dal 2001 le memorie della Grande guerra (1915-18) sono entrate a far parte ope legis del patrimonio culturale dello Stato italiano, giustamente riconoscendo valore “storico e culturale” alle numerose testimonianze materiali su un episodio che ha segnato in modo dirompente la vita del nostro Paese. “Inutile strage” fu detta da voce autorevole ed inascoltata, immane tragedia che lasciò lutti e le premesse per un successivo conflitto mondiale... Comunque, a guerra finita, in tutto il territorio nazionale, soprattutto dopo l’affermazione del fascismo, furono costituiti innumerevoli comitati per ricordare il sacrificio di seicentomila giovani vite attraverso l’erezione di monumenti, cippi, lapidi, vetrate, parchi della rimembranza, al fine così di consolidare la coscienza e l’identità nazionale.
Questo variegato e notevolissimo materiale – composto da ben 306 unità – trova ora un suo censimento, a cominciare da Firenze e dalla sua provincia, in questo corposo volume che riporta i testi di tutte le “memorie”, riproduce tutte le immagini, aggiunge – nel caso di statue, bassorilievi, disegni, ecc. – un’attenta valutazione critica e storico-artistica sull’evoluzione delle varie tipologie, sul ruolo dei tanti artefici ed artisti, sulle differenti finalità e interpretazioni che, attraverso tali monumenti, le singole comunità territoriali intendevano suscitare. Di particolare interesse ci sembrano anche le schede finali con le note biografiche degli artisti e le tabelle riassuntive.
Nel 1915 ricorreranno cento anni da quel 24 maggio che ci rimanda alla “leggenda del Piave”; per l’occasione non si dovrà certo celebrarne più la dimensione epica ma piuttosto ricordarne la sola dimensione storica, cioè come vicenda avvenuta, che non abbia più a ripetersi perché non sentiamo nessuna necessità di nuovi cippi e cerimonie commemorative dell’amor di patria. E ciò sarà possibile se tutti, ragionevolmente, ci impegneremo per questo obiettivo: che al criterio della pace che si regge sull’equilibrio degli armamenti si sostituisca il principio che la vera pace si può costruire soltanto nella vicendevole fiducia.
Data recensione: 06/07/2013
Testata Giornalistica: Corrispondenza
Autore: Silvano Sassolini