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Natalia Guicciardini Strozzi, 29 anni, è una che ha riempito fitte fitte le pagine della rubrica del telefono anche

Natalia Guicciardini Strozzi, 29 anni, è una che ha riempito fitte fitte le pagine della rubrica del telefono anche sotto la X e la Y. Conosce tutti. Rampolla di una delle storiche famiglie nobili di Firenze, se avesse un salotto darebbe del filo da torcere, poniamo, alla Marzotto. «Conosco anche Marta», ci tiene a precisare Ntalia quando la incontro a Palazzo Guicciardini.
Intorno a noi, tavoli e mensole che strabordano di foto in cui lei è protagonista con personaggi sempre diversi, da Papa Wojtyla a Luca Cordero di Montezemolo.
Ex ballerina classica e pianista, oggi Natalia fa l’attrice, impegnata sul palcoscenico, al cinema, e in televisione.
Spiega: «Per fissare su carta le mie origini e per raccontare i miei incontri “illustri”, ho deciso di scrivere la mia autobiografia».
Pubblicata un mese fa in Italia, Facile da ricordare…Album di ricordi di una giovane artista (Polistampa, pgg. 213, euro 20) è già un best seller in Russia: laggiù Natalia, la cui nonna materna era russa, è una star. Non a caso la sua segreteria telefonica ha un messaggio anche in russo. Ha vissuto quattro anni a San Pietroburgo, frequentato l’Accademia di Balletto e lavorato con Rudolf Nureyev. Diventando poi sua cara amica.
Lei ha 29 anni, ma dalla sua autobiografia si direbbe che ha stravissuto. Nureyev l’ha definita una «bambina nella vita e una professionista in scena».
«Naturale. Io a cinque anni ero già grande, sapevo ciò che volevo: ballare».
Non ha bruciato qualche tappa?
«Sono stata un’enfant prodige e oggi ho una doppia personalità: sono un po’ bambina e un po’ adulta. Però non ho avuto grandi conflitti interiori. Molte ballerine di danza classica iniziano pesando il cibo e finiscono anoressiche. Anche io controllavo la bilancia, ma non mi sono mai infilata due dita in bocca per vomitare».
Nel suo libro, oltre alle foto dei ballerini, ci sono quelle di altri personaggi famosi. Il primo è Gregory Peck.
«È stato uno dei miei migliori amici. Ho conosciuto prima Veronique, sua moglie, nel 1983. Io ero una bambina, e mi ero messa a chiacchierare con questa signora che non avevo mai visto. Parlavo tranquillamente in inglese e francese: particolare che la colpì».
Spesso i suoi incontri con le star avvenivano per caso. Ma sono sempre testimoniati dalle foto. Chi le scattava?
«Mio zio, che gira sempre con la telecamera e macchina fotografica. Grazie a lui abbiamo enormi album di famiglia».
Lei vanta decine di apparizioni in tv e teatro, e moltissime conoscenze «influenti». Eppure il pubblico italiano non la conosce. Come mai?
«Certe volte me lo chiedo anch’io e mi viene voglia di mollare tutto».
Data recensione: 15/04/2006
Testata Giornalistica: Vanity Fair
Autore: Silvia Bombino