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colleghi anziani lo chiamavano Sisino, quelli di mezzo Tommaso, i più giovani dottor Paloscia. “La Nazione” aveva una sorella

I colleghi anziani lo chiamavano Sisino, quelli di mezzo Tommaso, i più giovani dottor Paloscia. “La Nazione” aveva una sorella, minore ma non dimessa, “Nazione Sera”. Redattore capa, con il potere di fare e disfare, era Tommaso Paloscia, giornalista anzitutto, ma anche vignettista e non ultimo pittore.
Scriveva di arte, aveva scritto da mezzo mondo quando era stato inviato speciale, aveva riferito perfino di vicende calcistiche negli anni in cui la Fiorentina era guidata da Fulvio Bernardini.
Pochi sapevano, soprattutto perché non ne parlava mai, che tra il 9 settembre del 1943 e il marzo del 1944 il giovanissimo tenente Paloscia, comandante di una postazione costiera, aveva tenuto e illustrato un diario durante il viaggio da una costa all’altra dell’Adriatico, da Abbazia a Pescara, fino a ricongiungersi con l’esercito italiano a Bari.
Tommaso è morto un anno fa. Nara e Simonetta, la moglie e la figlia, hanno deciso di pubblicare quel diario, ritrovato non esattamente per caso, ma quasi. Il nome dell’autore è semplicemente Sisino, il titolo è “Quello che non so dimenticare”. A testimonianza della genuinità del racconto, sono state riprodotte le pagine battute a macchina e in alcuni casi scritte a mano. C’è anche una piccola carta geografica, con questa dicitura:“Questa carta mi ha guidato durante la navigazione”.
Data recensione: 11/04/2006
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Giampiero Masieri