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La cultura ha il suo peso. E saperne di più su come si è tentato

La cultura ha il suo peso. E saperne di più su come si è tentato – secolo dopo secolo – di dare una ‘quantità’ a quella invisibile, implacabile forza che è la gravità non può far che bene. Ci aiuta a essere umili, a capire che siamo terragni, imprigionati – altro che liberi – in quel pondus di cui da sempre (e sempre meglio) si cerca la mensura. Ma ci può anche insegnare – per via di successivi stupori – l’ammirazione per una ratio che riesce a librarsi sopra la polvere di cui è fatto il nostro mondo sublunare. Quindi calibrate i vostri impegni e non mancate l’occasione: l’inaugurazione è oggi alle ore 17 (allo Spazio Mostre dell’Ente cassa di Risparmio di Firenze, in via Bufalini 6), e la mostra ’Pesiamo la storia. Bilance e sistemi di peso dal Seicento al Novecento’ resterà aperta fino al 15 marzo.
Esempi di ciò che potrete trovare, tra i 130 pezzi esposti (solo una selezione dei mirabilia accumulati in oltre trent’anni di passione da Giuseppe Pinto, devoto e implacabile collezionista, in fatto di originalità): un rarissimo modello italiano per pesare le ceneri di metalli preziosi (inizio Novecento), una stadera portatile da mercato (metà del Seicento). E poi ancora: un prototipo degli anni Trenta che una università italiana creò per la misurazione della gravità, una ‘bascula’ di Quintez (inizio Ottocento) che ha cambiato il sistema di pesata da ’sospeso’ a ’terra’, una elegante bilancia argentina in cristallo che ha i congegni interni visibili (prima metà del Novecento), un pesasale italiano con un piatto che è di cristallo in quanto ogni altro materiale verrebbe corroso (1930). Stupendi il dinamometro francese che sembra una penna (anni ’40–’50) e la bilancia americana per pesare il vettovagliamento al fronte, durante la Prima Guerra Mondiale, che, una volta chiusa, sembra un baule. Pinto, infaticabile, lo ha scovato in uno dei tanti mercatini senza sosta in Italia e all’estero. Fu negli anni Ottanta che lui – dipendente del Comune di Firenze ora in pensione, ma anche maratoneta di gran livello – venne folgorato dalla vocazione. Per caso, ovviamente: “Quando i miei fratelli mi regalarono una vecchia bilancia della nostra nonna. Da allora non mi sono più fermato e in casa non so più dove stare, visto che le bilance sono dappertutto...”.
Volete avere altre informazioni? È possibile consultare il sito www.beppepinto.com. Il catalogo è Polistampa, con le immagini dei pezzi esposti e cenni su storie e significati della bilancia nell’immaginario collettivo, nella letteratura, nella mitologia. Orario: da lunedì a venerdì ore 9–19; sabato e domenica, ore 10–13/15–19.
Data recensione: 15/01/2013
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: ––