chiudi

Nell’anno vespucciano che sta per finire non poteva mancare un «focus» sull’ospedale San Giovanni di Dio in via Borgo Ognissanti, nel cuore fiorentino della famiglia venuta da Peretola, fondato da Simone Vespucci nel 1380 e diventato ex ospedale nel 1982.

Nell’anno vespucciano che sta per finire non poteva mancare un «focus» sull’ospedale San Giovanni di Dio in via Borgo Ognissanti, nel cuore fiorentino della famiglia venuta da Peretola, fondato da Simone Vespucci nel 1380 e diventato ex ospedale nel 1982. Un ospedale che è stato ed è molto di più di un luogo dove per secoli sono stati assistiti fiorentini e viandanti: uno scrigno d’arte e di memoria della famiglia di Amerigo e non solo. La Firenze di fine Trecento ribolle di affari e conoscenza, con il ceto commerciale che si afferma sempre più e in questo scenario in pochi anni sono fondati tre ospedali, quello di Bonifazio, quello di San Matteo e quello di Simone che sorse nel popolare e periferico quartiere di Ognissanti dove i Vespucci si erano insediati e dove qualche decina di anni dopo nacque Amerigo. Metà spedale e metà ospizio, non crebbe come le altre istituzioni fiorentine e la vera svolta arrivò nel 1587 quando «l’ospedaletto» dei Vespucci fu affidato all’ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio, più conosciuto come Fatebenefratelli. Sotto l’ordine portoghese si rafforzò in qualità e assistenza sanitaria, ma anche in patrimonio e pur rimanendo «privato» si inserì nella rete cittadina. Tra alti e bassi, lasciti di immobili e di beni, il San Giovanni di Dio ha percorso altri secoli, fino ad arrivare nel Novecento con uno dei primi reparti di pronto soccorso della città, per poi essere letteralmente travolto dall’alluvione del 1966 e decadere fino alla cessazione di ogni attività ospedaliera, al passaggio alla Asl e alla messa in vendita che alla fine del 2011 lo ha visto aggiudicare a un gruppo inglese (prezzo 30 milioni di euro) per realizzare una struttura per anziani, con l’obbligo di tenere viva la memoria dei Vespucci e del luogo. Una memoria che è il centro del libro «San Giovanni di Dio. Un ospedale da non dimenticare», edizioni Polistampa, a cura di Enrico Ghidetti ed Esther Diana. Il testo ripercorre appunto la sua storia e illustra un patrimonio culturale che comprende quadri, la chiesa barocca di San Giovanni, statue, affreschi, arredi. Un patrimonio da riscoprire, come la storia di Amerigo e dei Vespucci, aprendo finalmente alla città l’ex chiesa e il percorso museale di cui si parla da venti anni.
Data recensione: 04/12/2012
Testata Giornalistica: Corriere Fiorentino
Autore: Mauro Bonciani