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Vita, opere e meraviglie del papa "comico". Cioè di Giulio Rospigliosi, salito al trono di Pietro il 20 giugno 1667, all’età di 67 anni (era nato con il secolo), con il nome di Clemente IX. Pontificato

Vita, opere e meraviglie del papa "comico". Cioè di Giulio Rospigliosi, salito al trono di Pietro il 20 giugno 1667, all’età di 67 anni (era nato con il secolo), con il nome di Clemente IX. Pontificato breve, perché sarebbe morto due anni dopo. Ma di grande interesse, non solo per chi si interessi di storia della Chiesa, perché Rospigliosi fu intellettuale raffinato, mecenate dei migliori artisti del tempo (un nome per tutti: Bernini), amico di pittori, musicisti, cantanti, attori e scenografi sullo sfondo della Roma barocca. Promotore del primo teatro pubblico romano, il Tordinova, ma soprattutto egli stesso poeta, librettista, commediografo, musicista e perfino attore, oltre che, naturalmente, colto uomo di fede e di profonda spiritualità. Per questo la sua figura è oggetto di studio di teologi, storici dell’arte e critici musicali. Gli rende ora omaggio un volume che ospita dotti contributi di esperti di fama internazionale, da Maurizio Fagiolo dell’Arco a Kate Brown, da Margaret Murata ad Alessandro Angelini.
Frutto di un convegno tenutosi a Pistoia, città natale di questo papa, il libro rievoca la staordinaria ricchezza artistica e scenografica della Roma secentesca, con molte illustrazioni (dai ritratti di Clemente IX dipinti dal Baciccio alle opere di Poussin da lui commissionate) e le riproduzioni degli spartiti musicali. All’insegna del suo motto «Aliis non sibi clemens» (clemente con gli altri non con se stesso), ecco Rospigliosi sfaccettato nella sua multiforme attività: la produzione teatrale, l’amicizia con Fabio Chigi, l’architettura, l’opera musicale, le figure retoriche, il rapporto con la Spagna, la storia della sua famiglia, il legame con Pistoia, l’analisi dei suoi libretti, dal Sant’Alessio alla Comica del cielo, nella quale coniuga le sue due passioni, il Teatro e il Cielo, con felice vena creativa. Teresa Megale racconta come la sua ascesa al soglio fu sobria e discreta, Perla Cappellini scrive che le sue ultime volontà furono una sepoltura in Santa Maria Maggiore senza monumento, con una semplice lastra tombale. Nel mezzo però, uno scintillio d’arte e di spettacolo.
Data recensione: 01/04/2006
Testata Giornalistica: Il Domenicale
Autore: Fabio Canessa