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Terminato il restauro del chiostro di Sant’Apollonia, probabilmente saranno cancellate dalle nuove vernici le scritte in greco e in farsi che campeggiavano invocando

La lotta per un giornalismo senza manette nel volume scritto da Ahmad Rafat. L’impegno dell’associazione fiorentina Isf

Terminato il restauro del chiostro di Sant’Apollonia, probabilmente saranno cancellate dalle nuove vernici le scritte in greco e in farsi che campeggiavano invocando libertà, le une dai colonnelli golpisti in Grecia, gli altri dal regime dello Scià in Iran.
Sono espressioni di speranze coltivate dagli studenti greci e iraniani che studiavano a Firenze.
Nel caso della Grecia la democrazia ha vinto. Non così in Iran, Paese colmo di contraddizioni, teso tra reazione integralista e modernità (soprattutto nell’uso dei mezzi), nella cui storia recente (pesantemente segnata dalla lunga guerra con l’Iraq) si sono aperti come dei gorghi che quelle speranze hanno ingoiato. Il suo ruolo è strategico nella risoluzione dei conflitti del Medio Oriente, ma intanto incita all’odio contro Israele.
Grazie all’«Information Safety and Freedom» che si occupa da Firenze di libertà di informazione in tutto il mondo (raggiungibile al sito internet www.italian.it/isf) e ad Ahmad Rafat, giornalista di AdnKronos, all’origine de «L’ultima primavera» (Polistampa), possiamo conoscere meglio quello che accade da quel punto di vista, così decisivo, che è la libertà di stampa.
Lì può costare molto caro scrivere «Israele» invece di «entità sionista». Ne «L’ultima primavera» si racconta in particolare la vicenda del giornalista Akbar Ganji e, con le testimonianze di dodici tra i più famosi giornalisti italiani, la lotta per la libertà di informazione.
Data recensione: 21/08/2006
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Michele Brancale