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Nonostante sia Socio Ordinario dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze (prima Accademia Italiana, fondata da Giorgio Vasari nel 1563 e presieduta, fino alla morte, da Michelangelo)

Nonostante sia Socio Ordinario dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze (prima Accademia Italiana, fondata da Giorgio Vasari nel 1563 e presieduta, fino alla morte, da Michelangelo), Roberto Giovannelli non può certo definirsi «pittore accademico». La sua è un’arte della memoria, intesa in senso junghiano come memoria collettiva, che emerge dall’inconscio.
Ne dà conferma la mostra «Et in Armenia Ego» che fino al 30 settembre vede le opere di Roberto Giovannelli inserite a fianco dei capolavori della Pinacoteca Civica, dalla celeberrima «Deposizione» di Rosso Fiorentino sino a Daniele da Volterra, Luca Signorelli, Baldassarre Franceschini detto «il Volterrano» e tanti altri): inserimento discreto, commento affettuoso alla pittura di grandi Maestri, toscani come lui.
La memoria del viaggio in Armenia, recentemente compiuto da Giovannelli, è affidata a immagini ispirate dall’incontro con la culla della nostra civiltà: non dimentichiamo che l’Arca di Noè, dopo aver peregrinato in balia delle acque, si fermò in Armenia, sul Monte Ararat e da qui i sopravvissuti al diluvio ripresero a popolare il mondo, ovviamente quello occidentale.
Data recensione: 17/08/2012
Testata Giornalistica: Giornale dell’Arte
Autore: Fabrizio Lemme