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Michelangelo è nato a Caprese? Ne abbiamo già scritto su questa pagina, ma ci ritorniamo perché la notizia ha suscitato un certo trambusto nel mondo culturale e nelle due località interessate. MichelaFiguriamoci. È nato nel Casentino. In una sera d’agosto

Ne abbiamo già scritto su questa pagina, ma ci ritorniamo perché la notizia ha suscitato un certo trambusto nel mondo culturale e nelle due località interessate. Michelangelo Buonarroti è nato a Chiusi nel Casentino e non a Caprese, come tramandato dalla tradizione storica. Andrea Manetti difende la sua scoperta senza tentennamenti in "Michelangelo nasce in Casentino" (Polistampa, pagg. 216, euro 14). Che verrà presentato a Firenze nella Sala di Palazzo Incontri (via de’ Pucci, 1), venerdì alle 17. Interverranno Paola Benigni, soprintendente archivistico per la Toscana; Luca Fedeli, direttore della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana; Dino Savelli, storico dell’arte. Andrea Manetti dimostra che non siamo di fronte a un’ipotesi azzardata: da due anni ispettore archivistico per la Toscana, ha trascorso gli ultimi cinque anni a indagare. Ha fatto ricerche approfondite negli archivi e nelle biblioteche e sopralluoghi accurati sul territorio. Ha ascoltato le testimonianze degli anziani del posto. Ha studiato anche la viabilità che nel XV secolo collegava Firenze alla Val Tiberina, passando per il Casentino. Ha cercato, insomma, di venire a capo di un dilemma noto ai biografi del passato, alimentato da testimonianze spesso confuse e discordanti. L’identificazione definitiva in Caprese come luogo di nascita del Buonarroti, sancita dal Regio decreto del 9 febbraio 1913 e tradotta nella nuova denominazione di "Caprese Michelangelo", sembrava aver posto fine alla querelle. Ma il giallo storico è tornato in primo piano grazie a Manetti. Un fatto è certo. Chiusi e Caprese si guardano in cagnesco, entrambe intenzionate a non rinunciare all’idea di aver dato i natali al grande genio. E anche alcuni studiosi non è che siano ben disposti a buttar giù la novità. Se ne parlerà a lungo di sé, come del resto è successo sempre nella collana "La storia raccontata" di Polistampa a "Le Madonne del Parto. Icone templari" di Renzo Manetti e "Monna Lisa. Mulier ingenua" di Giuseppe Pallanti.
Data recensione: 27/03/2006
Testata Giornalistica: Il Corriere di Firenze
Autore: Riccardo Cardellicchio