Attenzione: artisti con la penna

Fidolini, che ha al suo attivo altri libri, si affida alla metafora del «fastidioso sdoppiamento delle immagini stampate» per veicolare le sue obiezioni ai valori storicamente archiviati, per lui opinabili e pertanto Fuori registro. E non solo nel capitolo Capolavori rivisti e corretti, in cui giudica debole Renoir e la pittura di Cézanne, inconsistente Derain, e ridimensiona le «Ninfee» di Monet, stigmatizza l’eccessivo decorativismo di Matisse, nonché le «stecche d’autore», che non risparmiarono Piero della Francesca, per accusare i critici e gli storici dell’arte che prevaricano spesso «le reali intenzioni degli artisti e abusano del profilattico storico, della filologia dell’iconografia». Se si può concordare col giudizio su Derain, sulla modestia pittorica di Soffici e sui possibili influssi del fotomontaggio di John Heartfield nella pittura di Lindner, Siqueiros, Rauschenberg, Rosenquist, non altrettanto è per certe analisi fatte in quanto pittore: è chiaro che spesso Fidolini è condizionato dalla sua Weltanschauung, che lo spinge a leggere la pittura nell’ambito del mestiere. La parte più interessante del volume è costituita dai capitoli della sezione Gli artisti e la scrittura (156 pp.), in cui ripercorre gli scritti da Ingres, Delacroix, Courbet, Rodin, Cézanne, Gauguin, Van Gogh a Matisse, Léger, Boccioni, Kirchner, Meidner,Beckmann, Macke, Marc, Kandinskij, Klee, Mondrian, Malevic, De Chirico, Magritte, Man Ray, Heartfield, Grosz. Dix fino a Soffici, Severini, Sironi, Arturo Martini, Casorati e Bartolini, autore, tra l’altro, di Trovano, in Cèzanne, tante cose che io non trovo. Densa di notizie e osservazioni, questa sezione è il vero pilastro del volume. nell’impossibilità di commentarla in questo spazio, la raccomanderei come manuale agli insegnanti di storia dell’arte.