chiudi

Erano in tanti ad individuare nell’impegno politico, sociale, istituzionale di Giorgio La Pira – professore universitario,

Erano in tanti ad individuare nell’impegno politico, sociale, istituzionale di Giorgio La Pira – professore universitario, deputato dc, sindaco di Firenze, promotore del dialogo tra Est e Ovest negli anni della guerra fredda – un’intensa radice contemplativa. Egli la esprimeva già nel 1928 in una lettera a padre Gemelli, entrando nel sodalizio dei Missionari della Regalità fondato dal rettore della Cattolica: «Il pensiero che domina la mia attività interiore ed esteriore è l’unità di vita: dalla preghiera all’azione, dall’azione alla preghiera». Ed altri scritti successivi – come quelli con il fiorentino don Bensi e con Ezio Franceschini, subentrato a Gemelli nell’istituto secolare – lo confermavano. Di questa totale immersione in Dio (che gli faceva scrivere nel 1943: «Per grave che sia la bufera, la calma e la pace sono i contrassegni permanenti della nostra vicinanza al Signore») è ora testimonianza appassionata il corposo carteggio che Diego Maria Pancaldo, presbitero di Pistoia, pubblica in volume. Si tratta di ben 224 lettere inedite che coprono dal 1940 al 1975 (221 sono del professore, 3 della sua corrispondente) con le quali La Pira accompagna con intensità, discrezione e grande rispetto Paola Ramusani, giovane insegnante conosciuta nel giugno 1940, nella sua ricerca vocazionale – non priva di difficoltà. Il libro rivela la "direzione spirituale" di La Pira, basata su un’amicizia che aveva ferma, nella vita di entrambi, l’affidarsi totalmente, pur restando nel mondo, al Padre presente nella storia dell’uomo. «Cara Paola, viva così: delicatamente appassionata di quell’unico Amore nel quale ogni valore ed ogni bene è racchiuso». Ed è questa spiritualità che porta La Pira a scriverle: «Le anime dedite all’orazione e alla carità rappresentano il sogno della speranza in un mondo così corruscato e sconvolto». Ma il carteggio rivela anche – annota don Pancaldo – «la profondità di una testimonianza di fede offerta da un uomo che cerca di vivere in maniera integrale la propria appartenenza a Cristo». L’intenso impegno politico di La Pira non privo di polemiche – basterebbe pensare a quelle che hanno accompagnato il governo di sindaco di Firenze e il suo sogno "utopico" di pace tra i blocchi contrapposti – avrebbe potuto attutire la vocazione contemplativa e ripercuotersi anche nelle lettere a Paola. Invece l’intensa corrispondenza conduce La Pira alla ricerca di un nuovo equilibrio spirituale. Scrive ancora Pancaldo: «Egli deve sempre più abituarsi a trovare Dio anche in quelle vicende faticose, piene di contrasti in cui il Signore stesso lo pone, divenendo così un’anima "duramente apostolica", un vero contemplativo nell’azione che partecipa pienamente alla vita di un Dio che si "affatica" nella storia».
Data recensione: 29/02/2012
Testata Giornalistica: L’Avvenire
Autore: Antonio Airò