chiudi

Il poemetto di Anna Maria Guidi si apre, sin dalla citazione iniziale, con l’immagine borgesiana di un tempo sospeso tra passato e futuro, tra

Il poemetto di Anna Maria Guidi si apre, sin dalla citazione iniziale, con l’immagine borgesiana di un tempo sospeso tra passato e futuro, tra origini e orizzonti, tra memoria e slancio verso l’ignoto.
…L’opera, divisa in tredici “passaggi”, ognuno dei quali introdotti da un breve esergo in corsivo, ha inizio con il tono diaristico e autobiografico della poesia intitolata Ambita alterità, dove si pongono le premesse dell’andare e si snoda attraverso un ritmo ascensionale e un uso calibrato di citazioni esibite (Pasolini, passi del Qohèlet, Pascal, Villon, Miłosz, Larkin, Petrarca, Cvetaeva, Sereni) a testimoniare un’idea della tradizione in quanto continuum, viaggio, allegoria della vita come possibilità di incontri e riflessione continua.
Così con la stessa chiarezza e volontà di “testimonianza”, emergono, soprattutto nella seconda metà dell’opera, riferimenti alla contemporaneità, come nella poesia Doveroso silenzio dedicata ai bambini di Beslan.
Manescalchi definisce in modo illuminante questo percorso «quasi un’allegoria dell’umano transitare nel mistero della vita».
È così. Anna Maria Guidi fa della propria esperienza personale parabola esistenziale disegnata nel tempo, viaggio e “canzoniere”, nel senso petrarchesco del termine, teso verso la conquista di senso, il quale culmina nell’invocazione finale a Dio dell’ultima poesia, dove l’«azzardo del volo» della scrittura genera l’infinito interrogare della vita…
Data recensione: 15/02/2006
Testata Giornalistica: Caffè Michelangiolo
Autore: Monica Venturini