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Quando, alla morte dei suoi, Elena Gazzarrini Guidi ha chiuso la casa avita, ha trovato dei sigilli di famiglia; le loro

Quando, alla morte dei suoi, Elena Gazzarrini Guidi ha chiuso la casa avita, ha trovato dei sigilli di famiglia; le loro belle impugnature l’hanno conquistata. Ha iniziato a studiare e raccogliere sigilli, ai Ciompi, pochi, alla fiera di Parma, su Internet e, soprattutto, dagli antiquari d’Europa, con l’aiuto di un’amica viaggiatrice che se ne vedeva qualcuno spediva la foto e, se sì, lo acquistava per lei. Dopo circa 35 anni ne possiede più di settecento. Li ha sistemati in vetrine, classificati e suddivisi a seconda dei materiali con cui sono state realizzate le impugnature, avorio, corno ed osso,legno e cuoio, pietre dure, ceramica, porcellana, vetro e cristallo, metalli e anche in base ai soggetti rappresentati nelle medesime: uomini, donne, bambini, animali. Li ama tutti, mattino e sera li rimira e li saluta. Parlarne è quasi imbarazzante, direi che descrizioni e parole non facciano giustizia del loro splendore, della ricchezza delle loro essenze né delle abilità artigianali ed artistiche con cui sono stati costruiti, mi rassicura sapere che questa preziosa signora ha dedicato loro un libro, primo catalogo storico su sigilli e timbri dal XVIII al XX secolo, bellissimo, ricco di foto, notizie, storia e dettagli. È nel corso della sua preparazione a Polistampa che l’ho conosciuta, indicandovelo mi sento più tranquilla, chi vuole potrà ammirarli tutti, mirabilmente fotografati da Giovanna Balzanetti Steiner. È la prima volta che si dà questa possibilità rispetto agli oggetti d’amore, preziosi o no, dei miei maniaci seriali, gli altri sono rimasti fatti privati. Elena racconta che la sua passione le ha fatto conoscere artisti e storie, le ha permesso di scoprire, ad esempio, che un piccolo sigillo da taschino acquistato era di Murat, re di Napoli, lo ha identificato confrontando le immagini incise nella matrice con foto di altri sigilli appartenenti a lui. Fra le impugnature di vetro un pesce di Lalique e una sfaccettata, contenente un bouquet di fiori, splendide quelle con fregi dorati in stile impero e art déco. Le impugnature di metallo che rappresentano uomini donne o bambini sono piccole statue di stili e luoghi diversi, una squaw americana, la moglie di un pescatore, Giovanna D’Arco... Il prediletto è un sigillo francese del 1870, mezzobusto di San Giovanni giovane con firma di Lafrance che lo ha scolpito. Nella sezione “sigilli particolari” alcuni oggetti strabilianti, un artiglio regge una piuma-tagliacarte, una donna seduta ha il sigillo nella testa estraibile, uno è un agoraio in avorio con istoriato un calendario perpetuo. Fra i più recenti e semplici timbri, segnalo quello con la stella di David e scritta Jude, altri con SS e svastiche di epoca famigerata.
Data recensione: 28/01/2012
Testata Giornalistica: Nuovo Corriere
Autore: Cristina Pucci