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Sarebbe una buona idea visitare Marradi (casomai andandoci in treno con la Faentina, bellissima in questa stagione) per conoscere un pittore toscano della fine del secolo XV, rimasto anonimo fino al 1963 quando Federico Zeri propose di denominarlo “Maestro di Marradi” proprio perché in questo luogo aveva lasciato le sue opere più significative. Con questo nome è così entrato nella storia dell’arte un allievo di Domenico Ghirlandaio, una “notevole persona” – secondo le parole di Zeri – che emerge “per sostenutezza e limpidità d’invenzione” nel ciclo pittorico comprendente la pala di Santa Reparata, corredata da un ricco paliotto, elegantissima nella sua sobria compostezza, la Madonna della Misericordia, col gran manto dispiegato ad accogliere tutto il suo popolo in ginocchio, il fondatore dell’ordine vallombrosiano San Giovanni Gualberto, sollevato dagli angeli allo splendore del paradiso e infine San Sebastiano con Sant’Antonio Abate e Santa Lucia. Gli studiosi hanno poi individuato il committente delle pitture, l’abate Taddeo Adimari, e per la pala anche la datazione precisa: 1498. Oggi questi dipinti, provenienti dalla vicina Badia di Santa Reparata in Salto, sono visibili in paese nella chiesa di San Lorenzo e costituiscono senza dubbio la principale attrattiva del patrimonio artistico locale. Ma le opere del Maestro sono anche altrove: nella cattedrale di Pesaro, nel Museo di Arte Sacra di Tavarnelle, nelle chiese di Montefiridolfi e Chiesanuova (San Casciano) e nel convento di Lecceto (Lastra a Signa). Un cassone ligneo, su cui è ritratto un edificante racconto della storia romana, si può ammirare addirittura nella National Gallery di Londra. Il merito della prima monografia sull’artista si deve a Livietta Galeotti pedulli, autrice del volume Alla scoperta del Maestro di Marradi (Polistampa 2009, in vendita nelle librerie a 9 euro) che ha inaugurato una collana alle ricerche svolte nei corsi dell’Università dell’Età Libera del Mugello e che documenta il valore di questo misterioso personaggio così indissolubilmente legato al territorio della Romagna toscana.
Data recensione: 26/11/2011
Testata Giornalistica: Nuovo Corriere
Autore: Adriano Gasparrini