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La mostra che si apre oggi espone le edizioni più rare e preziose della Historia d’Italia di Francesco Guicciardini. La collezione è la più completa ed esistente al mondo a partire dalla prima uscita nel 1561,

La mostra che si apre oggi espone le edizioni più rare e preziose della Historia d’Italia di Francesco Guicciardini. La collezione è la più completa ed esistente al mondo a partire dalla prima uscita nel 1561, vent’anni dopo la morte dell’autore. L’opera, caposaldo della storiografia moderna, ebbe successo straordinario, prolungato con traduzioni in ogni parte del mondo sino ad arrivare a oltre 170 edizioni. Di queste, ben 122 fra le più rare — da cui sono state scelte quelle per la mostra — sono conservate a Palazzo Guicciardini a Firenze. Il senso della mostra riguarda da un lato l’opera e la sua fortuna, le traduzioni in francese, in tedesco e in inglese, gli interventi della censura e i commenti dei Grandi della cultura e della politica; dall’altro, ed è la parte più originale, l’influenza dell’opera, che documentava la grandezza e la decadenza dell’Italia, sottomessa alle potenze straniere, nel clima romantico delle origini del Risorgimento. Fu la coscienza della tragedia dell’Italia che aveva raggiunto le vette della civiltà del Rinascimento, «abbondantissima di abitatori, di mercanzie e di ricchezze», di città ricche «nobilissime e bellissime», «di ingegni molto nobili in tutte le dottrine e in qualunque arte preclara e industriosa», per poi cadere nella soggezione alle potenze straniere, «nel rovesciamento dei principi e dei governi e nella distruzione di tesori d’arte e dei mutamenti nella morale e nei costumi». Sino a che l’Italia esistita prima del 1494, anno della calata di Carlo VIII, era scomparsa completamente. Fu la coscienza di questa decadenza a ispirare intellettuali e artisti del primo Ottocento che diedero vita al Risorgimento come rinascita della grandezza passata nel segno della libertà e dell’indipendenza nazionale. Da Leopardi a Carducci, da Ferrari a Cavour, sino a De Sanctis e Pasquale Villari, Guicciardini fu letto e studiato come colui che senza schemi ideologici e moralistici aveva illustrato con realismo le cause di quella tragedia che segnò la fine della civiltà del Rinascimento, che proprio a Firenze aveva avuto il suo epicentro. Ed è giusto che oggi proprio a Firenze, in occasione del 150° dell’Unità d’Italia, si renda omaggio alla Storia d’Italia del grande fiorentino autore «del lavoro più importante — scrisse De Sanctis — che sia mai uscito da mente italiana».
Data recensione: 28/09/2011
Testata Giornalistica: QN - Il Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno
Autore: Zeffiro Ciuffoletti