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Un buco praticato in un tetto o in una cupola, ovvero uno stilo piantato in terra bastano per sapere molte cose del sole che ci riguardano; se poi con opportuni studi si rilevano i punti opportuni, nel punto dove cade il raggio

Un buco praticato in un tetto o in una cupola, ovvero uno stilo piantato in terra bastano per sapere molte cose del sole che ci riguardano; se poi con opportuni studi si rilevano i punti opportuni, nel punto dove cade il raggio solare in un dato momento, o nello spazio in cui si muove l’ombra dello gnomone, si può avere l’ora solare precisa e da qui è cominciata in tempi antichissimi la misura del tempo astronomico. Molti oggi si meravigliano di trovare distese sul pavimento di certe chiese, di grandi cattedrali, linee meridiane anche di molte decine di metri realizzate nel metallo, nel marmo, con complicati segni e graduazioni e si chiedono perché proprio lì, in un luogo di culto, sia stato collocato un grande strumento scientifico, senza immaginare che tale dispositivo se non fa parte del culto, fa parte della realtà religiosa e non importa citare quante meridiane si trovino nelle principali chiese della cristianità. In Santa Maria del Fiore a Firenze se ne trova una delle più antiche, tra le più grandi, costruita nel 1467 da Paolo dal Pozzo Toscanelli, lo gnomone solstiziale che funziona intorno al solstizio d’estate, presso la festa di San Giovanni. Nella stessa città, in Santa Maria Novella, si trova un’altra meridiana iniziata da Egnazio Danti, assai complessa che indica gli equinozi e il solstizio d’inverno, mentre dal rosone un altro foro gnomonico fornisce quotidianamente sul pavimento la segnalazione solare. Lo stesso Danti, che realizzò nel 1580 la Torre dei Venti in Vaticano, è l’autore della meridiana di San Petronio a Bologna (un’altra nella stessa chiesa è del Cassini e risale al 1655) nonché di quella della Biblioteca dei Domenicani. Sull’argomento è uscito un recente volume: Le meridiane storiche fiorentine, di S. Berbolini e G. Garofalo, che tratta approfonditamente i magnifici congegni che si trovano nelle chiese di Firenze. A Roma, in Santa Maria degli Angeli ve n’è una grandissima fatta costruire nel 1702 da Clemente XI per opera del prelato astronomo Francesco Bianchini. De Cesaris costruì nel 1786 la meridiana nel Duomo di Milano mentre l’abate Piazzi provvide nel 1801 alla costruzione di quella nella Cattedrale di Palermo. Sono queste tra le più celebri, ma non mancano piccoli orologi solari anche in chiese più modeste e meno conosciute e sempre la Chiesa si è preoccupata della determinazione del tempo. Gerberto d’Aurillac, monaco dottissimo, ritenuto addirittura un mago, divenne Papa Silvestro II, e fu colui che provvide a costruire un sistema per la determinazione dell’ora detto Orologio di Magdeburgo.
Data recensione: 18/09/2011
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
Autore: Carlo Lapucci