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Lui, in quanto artista, è il Matto con la sacca sulle spalle contenente i quattro segni delle carte: spade, coppe, denari e bastoni. Francesco Clemente espone fino al 6 novembre nella Sala Detti del Gabinetto dei Disegni e Stampe degli

Lui, in quanto artista, è il Matto con la sacca sulle spalle contenente i quattro segni delle carte: spade, coppe, denari e bastoni. Francesco Clemente espone fino al 6 novembre nella Sala Detti del Gabinetto dei Disegni e Stampe degli Uffizi i suoi Tarocchi, con un’appendice nella Sala del Camino della Galleria degli Uffizi con 12 autoritratti che raffigurano l’artista napoletano nelle vesti degli Apostoli, uno dei quali, il San Tommaso, sarà donato alla Galleria. Perfezionista anche nel seguire l’allestimento della mostra, Clemente era commosso ieri alla presentazione dei suoi lavori in un contesto come quello del Gabinetto Disegni e Stampe, la più antica collezione grafica al mondo. Sono 78 opere, tante quante sono le carte di questo “gioco” diffuso nelle corti italiane ed europee dal 1400. Un gioco dalle molte sfaccettature, come sottolinea Max Seidel, curatore della mostra: «Qualcuno ne ha paura, c’è chi ci vede il futuro, chi le ritiene frutto di fantasia e chi vi rintraccia i misteri dell’antico Egitto, ma tutto questo dà a un artista la possibilità di esprimersi». Un “universo simbolico”, sapiente e ironico, realizzato da Clemente con le tecniche più varie, dal collage all’acquerello, la matita e l’inchiostro. Il risultato è accattivante, e coinvolge anche chi di Tarocchi non s’intende. Ecco dunque le figure (molti sono ritratti di parenti e amici) con vacui occhi sgranati come certe sculture romaniche, le cascate di colore nelle carte di coppe, mentre per i segni di spade la composizione vira su un ferrigno bianco/nero. Poi l’anima scaramantica partenopea dell’artista viene fuori nella scelta di non nominare la carta della “Morte”, che in didascalia figura come L’Arcano senza nome, e la cui malefica aurea viene spazzata via quando dal mazzo esce infine il benaugurante Sole. La mostra è realizzata in collaborazione con il Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max – Planck Institut, che per l’occasione ha commissionato un brano musicale a Mario Ruffini sulle poesie di Mario Luzi, Musica e Pittura. La composizione per voci femminili e voci recitanti ha risuonato durante l’inaugurazione che si è tenuta ieri pomeriggio alla Biblioteca degli Uffizi.
Data recensione: 09/09/2011
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Raffaella Marcucci