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Nel prezioso scrigno del Museo Stibbert vi è una raccolta di particolare importanza che rivela al tempo stesso la straordinaria sensibilità di Frederick: la sezione nipponica.

Nel prezioso scrigno del Museo Stibbert vi è una raccolta di particolare importanza che rivela al tempo stesso la straordinaria sensibilità di Frederick: la sezione nipponica. Tra i primi europei Stibbert comprese la qualità della civiltà artistica dell’impero del Sol Levante ed ebbe modo di assicurarsi soprattutto materiali capaci di far percepire aspetti oltre la fortuna già affermata, prima della stessa apertura ai contatti esterni del Giappone, come le porcellane. Gli acquisti di Stibbert, continuati dal 12 maggio 1869 fino al 1906, anno della morte, si incentrarono su armi e armature. La pubblicazione, nel quarto volume della serie dei cataloghi del Museo, delle prime ricerche effettuate da Fosco Maraini ha preceduto un volume dedicato alle lame dei katana di Riccardo Franci. Francesco Civita, attualmente conservatore delle collezioni nipponiche del Museo, allievo di Maraini, dopo aver già curato un bollettino monografico del Museo, ci offre, con il tredicesimo, uscito a maggio per i tipi della Polistampa, uno strumento di grande fascino per cogliere, dal patrimonio conservato di 850 tsuba, un modo raffinato e in grado di raggiungere la stessa severità richiesta dalle tecniche esecutive, capolavori ove le immagini da elegantissime decorazioni divengono soglie per i mondi incantati della poesia.
La tsuba è quella parte della spada giapponese, il katana, mirabile esempio del connubio fra eleganza e efficacia maturato nel corso di più di mille anni, che ha sia una funzione di protezione, come elsa (meglio elso), sia di principale elemento decorativo. Questo duplice aspetto è tipico degli apparati offensivi e difensivi nipponici nei quali la funzionalità bellica si accompagna a una grande attenzione per la decorazione fino a forme di vera e propria arte. Con il supporto di 114 foto di altrettante tsuba, accompagnate da schede sintetiche quanto esaustive, Civita introduce in modo sistematico nella collezione, utilizzando i termini giapponesi e aggiungendovi la restituzione anche nella scrittura originale. Il bollettino non è solo una selezione esemplificativa della varietà di periodi e scuole come di materiali e leghe ma anche la lista degli artigiani-artisti, con alberi genealogici, delle famiglie più importanti. Oltre al glossario, Civita, avvalendosi della collaborazione del CNR-ISC di Firenze, ha dedicato un’appendice alle leghe a base di rame e una sulla patinatura tradizionale. Sono state effettuate analisi di diffrazione neutronica nei metalli delle tsuba nella stazione sperimentale italiana INES presso la sorgente di neutroni ISIS del Rutherford Appleton Laboratory nel Regno Unito, i cui risultati il bollettino offre per la prima volta alla divulgazione. Frederick Stibbert e i cataloghi del suo Museo dunque non finiscono di stupirci. In questa primavera l’ultimo bollettino monografico ci dà, in meno di cento pagine splendidamente corredate, una motivazione in più per visitare quel prezioso scrigno di meraviglie. L’eroico garibaldino patriota ed accortissimo quanto ricco collezionista, amante di Firenze e tra i fondatori del suo mito nel corso del XIX secolo, in ottime relazioni con la sovrana del più potente impero di quel secolo, fu esso stesso artista e la sua opera, forse più dei suoi apprezzati quadri di fiori, è proprio questo Museo sul colle di Montughi con il suo affascinante giardino tardoromantico. Stibbert potrebbe considerarsi come un artista precursore di una concezione della comunicazione estetica che si svilupperà nel corso del XX secolo. Questa riscoperta si deve in buona parte all’attenzione e alla competenza del gruppo di studiosi e ricercatori formatosi con Lionello Giorgio Boccia.
Data recensione: 20/08/2011
Testata Giornalistica: Nuovo Corriere
Autore: Ugo Barlozzetti