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Ex titolare di un’agenzia di commercio, viaggiatore nel mondo, poliglotta, attore brillante nel passato di una compagnia fiorentina, cintura nera di judo e karate e, per finire, scrittore di cose pratesi.

Ex titolare di un’agenzia di commercio, viaggiatore nel mondo, poliglotta, attore brillante nel passato di una compagnia fiorentina, cintura nera di judo e karate e, per finire, scrittore di cose pratesi.
È Miris Zibellini, 83 anni, del quale le edizioni Polistampa hanno pubblicato un libro, Storie pratesi di uomini, stoffe e cenci, che sarà presentato prossimamente.

Perché ha scritto questo libro?
Per l’esigenza interiore di ricreare tante vicende dell’ambiente tessile pratese senza dimenticare i commercianti di stracci, attività che hanno contribuito alle fortune del nostro mondo industriale. Sono dedicate ai miei conterranei, sempre protagonisti, parlando un idioma genuino nel quale ho voluto indulgere.
Quindi un revival del passato pratese attraverso idioma e personaggi?
Certo. È passato tanto tempo da quando questo linguaggio era sulla bocca di tutti a Prato, una cittadina di provincia. Allora un’effervescente voglia di lavorare era il “credo sacro” di quasi ogni cittadino, in un clima di prosperità generale. Molti ex operai e artigiani tessili si trasformavano in impannatori che spesso diventavano grandi fabbricanti di tessuti. Si viveva in un atmosfera di sana e istintiva emulazione, senza invidie, anzi, chi era già arrivato spesso dava una mano a chi stava sopraggiungendo, specialmente se era giovane. Anche gli istituti di credito valutavano prevalentemente le qualità personali di chi chiedeva un finanziamento, ed erano di prezioso sostegno per le aziende in fase di sviluppo.
Tutto il contrario, quindi, di quello che avviene oggi?
Purtroppo è vero, ma vorrei che questo ricordo antico stimolasse ogni operatore economico, con un incoraggiamento generale, a ricostruire le fortune di ieri (banche comprese) ricorrendo anche a risorse come il turismo e il commercio.
E per il resto?
Restituiamo a tutti un centro storico sicuro con tanti negozi che siano lasciati aperti in libertà d’orario. Sì, anche di sera. E concludo proponendo di rivalutare il nostro vernacolo. Noi pratesi di “origine stagionata”, ormai ridotti a una confraternita in una città di duecentomila abitanti, cosmopolita e multietnica, dovremmo riesumare il nostro linguaggio verace con commozione, perché così consacriamo un rito antico acclamando i nostri antenati e il loro modo di vivere.
Data recensione: 02/07/2011
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Franco Riccomini