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Gli studi condotti sulla ceramica di Montelupo hanno consentito di fare ulteriore luce sulla conoscenza dei corredi vascolari realizzati dalle manifatture montelupine per le farmacie fiorentine tra il XV e il XVII secolo.

Gli studi condotti sulla ceramica di Montelupo hanno consentito di fare ulteriore luce sulla conoscenza dei corredi vascolari realizzati dalle manifatture montelupine per le farmacie fiorentine tra il XV e il XVII secolo. L’indagine condotta da Fausto Berti, presentata in occasione della mostra che si è tenuta al Museo della Ceramica di Montelupo Fiorentino (19 giugno – 31 ottobre 2010) e dettagliatamente analizzata nel relativo catalogo (i Fornimenti in maiolica di Montelupo (secc. XV-XVIII), a cura di F. Berti, Firenze,2010) non è rivolta, almeno non solo ad individuare l’aspetto estetico e formale dei singoli manufatti ceramici in uso nelle spezierie, ma piuttosto a scoprire il loro valore storico-documentario. Le maioliche per uso farmaceutico rappresentano, infatti, uno specifico settore della storia della ceramica e dell’attività svolta dalle manifatture di Montelupo. L’analisi filologica dei “fornimenti” ceramici, resa possibile dall’individuazione dei simboli, dei marchi, dei sigilli, delle sigle mercantili, degli stemmi araldici, dell’interpretazione degli acronimi, ha consentito di distinguere le caratteristiche peculiari delle spezierie ospedaliere, conventuali e private. I manufatti ceramici assumevano un valore simbolico, qualificando l’istituzione di appartenenza sino a divenire concrete testimonianze delle quali sono ripercorse le vicende storiche e produttive. L’obiettivo finale è quello di rintracciare la manifattura di provenienza. È singolare la vicenda di una prima fornitura, che risale ai primi decenni del Quattrocento, di vasi farmaceutici appositamente ideati per l’ospedale di Santa Maria Nuova, dotato sin dalla metà del XIV secolo di laboratorio farmaceutico. Semplici utensili per la tavola e per la cucina, recipienti specifici per la degenza del malato, oltre i contenitori per prodotti medicamentosi e oggetti per facilitare le pratiche igieniche, che erano distinti dal simbolo della stampella stilizzata. L’attenzione rivolta nel corso del Cinquecento dal casato mediceo, in particolare da Cosimo I, al miglioramento delle strutture sanitarie coincide con le nuove dotazioni ceramiche, che coniugavano l’aspetto funzionale con quello artistico facendo ricorso alle manifatture di Montelupo. Anche la spezieria di Santa Fina a San Gimignano alla fine del XVI secolo, dopo la conquista fiorentina del territorio senese, si dotò di maioliche commissionate alle manifatture di Montelupo, spesso di raffinata esecuzione nel tratto pittorico e nella resa tonale del blu cobalto. La spezieria di Santa Maria Novella conserva utelli e albarelli con decoro “alla porcellana”, con cartiglio epigrafico attribuibili alla metà del XVI e contrassegnati dalla sigla “La” di una bottega locale, e dall’emblema domenicano (scudo bianco e nero e stella di San Domenico). Successivamente la farmacia, rinnovando la dotazione ceramica all’inizio del XVII secolo, acquistò dalle fornaci di Montelupo i caratteristici orcioli ovoidali di ceramica smaltata, con anse a forma di drago e versatoio a cannone, realizzati in diverse dimensioni, e tuttora conservati nel Museo dell’Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella. Molti dei privati esercizi di spezieria presenti a Firenze si fregiavano di un’insegna distinta da simboli religiosi, stemmi gentilizi ospedalieri, sigilli emonogrammi che erano tratteggiati sulle forme ceramiche come simboli di immediata identificazione. Infine si rivela di particolare interesse storico-documentario la trascrizione, curata da Mario Mantovani, dell’inventario della famiglia Lapi a Borgo San Lorenzo, del 1687. Il documento descrive la struttura e gli arredi di un’antica farmacia, i recipienti egli utensili in ceramica, vetro e metallo oltre a elencare i medicamenti in vendita, consentendo di conoscere la vivace attività svolta nelle spezierie preindustriali, dove la pratica si univa alla ricerca scientifica e alla sperimentazione.
Data recensione: 01/02/2011
Testata Giornalistica: Osservatorio dei mestieri d’arte
Autore: Silvia Ciappi