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Marradi è un paese bilingue. Basta fermarsi a chiedere un’informazione per accorgersene, scambiare due parole con chi ti pesa un chilo di marroni tirato su a manciate

MARRADI
Marradi è un paese bilingue. Basta fermarsi a chiedere un’informazione per accorgersene, scambiare due parole con chi ti pesa un chilo di marroni tirato su a manciate dalle cassette di legno ai lati della strada. Qualcuno parla toscano, qualcuno romagnolo.

Campigno è a pochi chilometri da lì, più in alto. Non è niente, poche case inerpicate, la strada si ferma, scompare, giri la macchina e torni indietro: finito. Quando dai suoi viaggi avventurosi veniva rimpatriato per vagabondaggio, Campana si ritirava quassù, nel «paese barbarico, fuggente, paese notturno, mistico incubo del caos».

Quassù sull’Appennino, nella barbarica terra dalla quale partiva e dove sempre tornava. Passeggiava e ricordava, si smarriva dentro di sé.
… e dietro questi passi, e tutti gli altri del suo girovagare di “fugitivus errans”, lo segue Giovanni Cenacchi, in un libro struggente, preciso e inevitabile per chi voglia conoscere la vita, e quindi la poesia di Campana. I monti orfici di Dino Campana si intitola, ed è un curioso saggio e una guida in dieci passeggiate, Edizioni Polistampa, con una presentazione di Emanuele Trevi.
Data recensione: 05/02/2006
Testata Giornalistica: La Repubblica
Autore: Elena Stancanelli