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Per iniziativa dei Georgofili si è tenuta a Firenze una mostra di immagini di alberi monumentali, per lo più appartenenti alle specie da frutto, molti dei quali

Per iniziativa dei Georgofili si è tenuta a Firenze una mostra di immagini di alberi monumentali, per lo più appartenenti alle specie da frutto, molti dei quali individuati per la prima volta. Nell’occasione è stato pubblicato il presente volume, che raccoglie quelle immagini. Grazie alle splendide fotografie, ogni albero appare nella sua affascinante maestosità. Tutti, come ha scritto nella presentazione il Presidente dei Georgofili, Franco Scaramuzzi, «sono monumenti viventi dotati di un loro particolare fascino, del tutto naturale, che lascia attoniti».
Gli esemplari descritti sono 130: castagni, olivi, peri, pini da pinoli, ciliegi, gelsi, noci, viti, ma vi sono pur l’albicocco, l’azzeruolo, il carrubo, il corbezzolo, il corniolo, la feijoa, il fico, il giuggiolo, il kaki, il mandorlo, il melograno, il noce nero, il sorbo, il susino. Accanto a questi vi sono alcuni esemplari di altre specie che producono frutti comunque commestibili o forniscono parti per la produzione di medicamenti, aromi, cosmetici.
«Nella storia dell’uomo – ha detto il prof. Piero L. Pisani nel presentare la mostra – gli alberi hanno svolto un ruolo importante anche nel settore culturale. La dimensione della loro chioma, che si protende verso il cielo, la misteriosità delle loro radici, la potenza dei tronche e delle branche che resistono agli assalti delle bufere… hanno esercitato un grande fascino sull’uomo». Proprio queste sono le impressioni che si traggono sfogliando il volume e osservando “i ritratti” di quei patriarchi, maestosi monumenti della natura, che hanno resistito alle intemperie di decenni e di secoli, testimoni di avvenimenti felici e funesti, rifugio e sostegno di tanti esseri viventi, spesso baluardo contro il degrado ambientale. La loro storia è raccontata nella scheda che accompagna ogni immagine. L’indicazione dell’itinerario per raggiungerli fa desiderare di vederli dal vero, ammirare la potenza delle loro branche, immaginare le vicende cui hanno assistito.
L’opera è completata da tre appendici: la prima descrive la simbologia delle singole specie, con vari riferimenti mitologici, leggendari, religiosi; la seconda riassume le caratteristiche essenziali dei patriarchi censiti; la terza ne dà le referenze descrittive, fotografiche e bibliografiche.
Riprendendo le parole di Scaramuzzi, l’iniziativa dei Georgofili contribuisce «a richiamare l’attenzione sul valore di questi beni culturali dell’umanità» e certamente stimola «un più ampio impegno… nell’individuare e censire gli esemplari meritevoli».
Data recensione: 01/01/2006
Testata Giornalistica: L’Informatore agrario
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