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Per un profondo rispetto delle doti femminili, ho sempre trovato offensivo ed irritante il concetto delle quote rosa; credo che le qualità di una persona

Per un profondo rispetto delle doti femminili, ho sempre trovato offensivo ed irritante il concetto delle quote rosa; credo che le qualità di una persona e tanto più di un’artista siano assolutamente indipendenti dal genere a cui appartenga. Nonostante questa premessa, mi piace qui segnalare il catalogo della serie I mai visti. Capolavori dai depositi degli Uffizi: iniziativa che quest’anno è per l’appunto dedicata agli autoritratti delle pittrici conservati all’interno della magnifica collezione della Galleria fiorentina. Tra i millesettecento dipinti le autoritratte appartengono ad uno sparuto 7%: un percorso che parte dal Cinquecento per arrivare ai giorni nostri. Dipinti che descrivono talvolta figure ignote e che rappresentano per alcune artiste l’unica testimonianza di certa attribuzione. In generale, per i secoli più remoti, spicca il desiderio di rappresentarsi come custodi virtuose di solidi valori familiari, con eleganti vesti e preziosi gioielli, ma è col Settecento che appaiono le immagini forse più attraenti: penso a Chiara Spinelli di Belmonte, alla sua acconciatura, alla delicata rosa tra i capelli, al velo leggero che l’avvolge in un dipinto che rimane unico documento della sua pittura. O ancora Maria Hadfield Cosway col gusto sobrio dei suoi tempi; la famosa immagine di Elisabeth L. Vigee Le Brun tanto ammirata dai suoi contemporanei e che le valse il soprannome di Mme Vandick e Mme Rubens. Per l’Ottocento ricordo Rosa Bonheur o la posa alla Reynolds e il fiocco giallo di Therese Schwartze Van Duyl. Venti le nuove acquisizioni tra le contemporanee: dal gusto perfetto e rigoroso del linguaggio di Carla Accardi, alla gioia favolosa di Niki de Saint Phalle, fino a Francesca Woodman, alla sua consapevolezza di artista che pur non rinunciando al lieve fiocco tra i capelli e al collare nero di pelliccia, guarda dritto negli occhi lo spettatore, con i pugni appoggiati sui fianchi in un atteggiamento che ci fa comprendere, a fine percorso, quanto siano cambiati i tempi.
Data recensione: 01/07/2010
Testata Giornalistica: Il Fuoco
Autore: Lorenzo Nannelli