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Se noi oggi possiamo studiare il greco antico e, in pratica, esistono i licei classici, è grazie ai Medici. In particolare al fondo antico della Biblioteca Medicea Laurenziana che raccoglie oltre 2mila volumi in greco,

Se noi oggi possiamo studiare il greco antico e, in pratica, esistono i licei classici, è grazie ai Medici. In particolare al fondo antico della Biblioteca Medicea Laurenziana che raccoglie oltre 2mila volumi in greco, copiati e tramandati dai bizantini, ma acquistati dagli emissari, in particolare, di Cosimo il Vecchio de’Medici e di Lorenzo il Magnifico. Per celebrare – e far conoscere – questo superlativo patrimonio da domani al 30 giugno apre al pubblico, nel salone michelangiolesco della Biblioteca Medicea Laurenziana, la nuova mostra «Voci dell’Oriente. Miniature e testi classici da Bisanzio alla Biblioteca Medicea Laurenziana», esposizione che riguarda la trasmissione nei secoli IX-XV del patrimonio culturale della Grecia antica attraverso la civiltà bizantina e l’umanesimo fiorentino.
Le «voci» evocate in questa mostra sono quelle degli autori appartenenti alla letteratura greca antica, vissuti tra il VII a.C. E il V d.C., come Omero, Platone, Aristotele, Erodoto, Demostene, fino ad Atanasio e Proclo. Accanto ai cosiddetti «classici» figurano anche gli scrittori cristiani e i padri della Chiesa, nonché la Bibbia e in particolare i libri del Nuovo Testamento, i cui testi più antichi sono in greco. Tutte queste opere furono tramandate nel corso dei secoli attraverso copie realizzate nei territori dove il greco era la lingua comunemente usata, cioè la parte orientale dell’Impero Romano. Di questi territori faceva parte Bisanzio, che dal IV secolo era stata rifondata e, con il nome di Costantinopoli, si affermò come centro politico e culturale dell’Oriente per circa un millennio, fino alla caduta dell’Impero Romano d’Oriente. In questa città fiorirono gli studi e i commenti letterari da parte di personalità eccezionali come Fozio, Niceta ed Eustazio. Dopo la caduta di Costantinopoli, il 29 maggio 1453, maestri bizantini giunsero in Italia dall’Oriente per insegnare il greco agli esponenti dell’umanesimo, il nascente movimento culturale fondato sulla ricerca dell’antico. Già da tempo i contatti culturali fra le due città erano stretti: nel 1439 una delegazione bizantina era giunta a Firenze per discutere l’unione tra la Chiesa ortodossa e quella cattolica portando i testi dei Padri della Chiesa da utilizzare durante le sedute conciliari: nelle discussioni ci si servì anche del manoscritto con le opere del patriarca Atanasio, in mostra con il n.33. Nel corso del sec. XV, molti studiosi bizantini, come per esempio Demetrio Damila e Teodoro Gaza, trascrivono su commissione codici che sono poi decorati nelle botteghe di celebri miniatori. La famiglia Medici giocò un ruolo importante nel far arrivare i libri dall’Oriente. Nel XVI secolo i Medici raccolsero all’interno di un unico edificio l’inestimabile patrimonio della letteratura greca e lo resero disponibile alla comunità: da allora la Biblioteca Laurenziana ha custodito e ancora oggi custodisce le fonti dirette della cultura greca antica.  
Data recensione: 03/03/2011
Testata Giornalistica: Giornale della Toscana
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