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Intellettuale e mecenate, Niccolò Puccini fu amico di letterati, artisti e patrioti, e filantropo a tal punto da destinare i propri averi, dopo la morte, al ricovero degli anziani e alla cura dei bisognosi.

Intellettuale e mecenate, Niccolò Puccini fu amico di letterati, artisti e patrioti, e filantropo a tal punto da destinare i propri averi, dopo la morte, al ricovero degli anziani e alla cura dei bisognosi. La vicenda biografica del nobile pistoiese, il maturare della sua complessa e contraddittoria personalità, del suo senso civico, degli ideali politici, vanno di pari passo con la storia della sua villa e del grandioso parco romantico di Scornio, alle porte di Pistoia, a cui è dedicata l’imponente opera “Monumenti del Giardino Puccini. Un luogo del Romanticismo in Toscana” (pp. 400, euro 48), edita da Polistampa e in uscita a marzo.
Il libro, curato dallo storico dell’arte Carlo Sisi, raccoglie diversi saggi sulla figura di Puccini e sui singoli monumenti che arricchiscono il giardino, i cui ambienti suggestivi sono riprodotti nelle fotografie a colori scattate da George Tatge.
I contributi presenti nel volume, ad opera di studiosi quali Edgardo Donati o Laura Dominici, approfondiscono le diverse componenti della cultura di Niccolò Puccini, identificando nel giardino il fulcro di un’esperienza intellettuale e di una militanza “non certo provinciali ma ormai compiutamente integrate, anche grazie a studi recenti, nel panorama dell’Italia romantica e risorgimentale”, come chiarisce Sisi nell’introduzione. Politica e passioni letterarie, viaggi e scelte figurative, filantropia e inclinazioni pedagogiche si possono leggere tuttora nello scenario naturale e nei monumenti che Niccolò fece costruire tra il 1825 e il 1845, come la Torre di Catilina e il Ponte Napoleone, le statue dedicate a Michelangelo e a Galileo o quel Castello Gotico esempio del gothic revival in voga all’epoca. Opere che testimoniano la coesistenza dell’elemento classico con quello medievale, e più in generale il gusto eclettico e ricercato che contraddistingue un giardino unico nel suo stile, che l’obiettivo di Tatge riesce a inquadrare nel succedersi delle stagioni, in una campagna fotografica capace di trasportarci tra le rovine, i laghi e le isole della proprietà dei Puccini.
Risale agli anni settanta la prima organica ricognizione del patrimonio artistico lasciato a Pistoia da Niccolò Puccini, singolare figura di committente e promotore della cultura romantica. Gli approfondimenti svolti su quell’eredità dettero allora due importanti risultati: il più evidente fu la ricomposizione, nelle sale del Museo civico, d’una cospicua selezione di opere appartenute a Niccolò e allo zio Tommaso; l’altro ebbe riflessi sulla successiva riconsiderazione degli itinerari ottocenteschi della città, quasi tutti collegati alla straordinaria officina del giardino di Scornio.
Il libro raccoglie una serie di saggi che approfondiscono le diverse componenti della cultura di Niccolò Puccini, identificando nel giardino il fulcro di un’esperienza intellettuale e di una militanza compiutamente integrata nel panorama dell’Italia risorgimentale. Politica e passioni letterarie, viaggi e scelte figurative, filantropia e inclinazioni pedagogiche si possono tuttora leggere nello scenario naturale e nei monumenti del parco.
Il volume, avvalendosi di magnifiche foto scattate nelle diverse stagioni, tramanda la concreta, coinvolgente immagine di un luogo del Romanticismo miracolosamente scampato alle vicende della storia.
Data recensione: 10/02/2011
Testata Giornalistica: Il Tirreno
Autore: ––