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Donne allo specchio. Sulla tela, in foto e sullo schermo. Che si guardano e ci guardano. Belle e impossibili. Solcate da fasci di luce, statiche, ieratiche, coreografiche, in posa e non, delicate e vispe. Sono in galleria come “Artiste capricciose e destr

Donne allo specchio. Sulla tela, in foto e sullo schermo. Che si guardano e ci guardano. Belle e impossibili. Solcate da fasci di luce, statiche, ieratiche, coreografiche, in posa e non, delicate e vispe. Sono in galleria come “Artiste capricciose e destrissimo ingegno” a comporre un nuovo capitolo dei “Mai visti”, opere che escono per la prima volta da quel giacimento di tesori ancora inesplorati che sono i depositi degli Uffizi.
Stavolta tocca a loro, la “sezione femminile” della grande Collezione di autoritratti, unica nel suo genere per originalità e ricchezza, iniziata dal cardinale Leopoldo nel Seicento, che mette insieme più di 1700 pezzi.
Le “Autoritratte”, questo il titolo dell’esposizione curata da Giovanna Giusti, stanno in bella vista nella Sala delle Reali Poste fino al 30 gennaio (bel catalogo Polistampa). Attraverso la selezione di un centinaio di pezzi (tra foto, quadri, oggetti, studi e copie) si compone così una miscellanea di tipologie che mettono in risalto tanto la celebrità delle protagoniste quanto il loro “indotto”, la moda, l’eccentricità, il mistero, la singolarità dei costumi e naturalmente l’orientamento artistico e i mutamenti stilistici.
Il percorso è interessante. E mette in dialogo 60 artiste “storiche” con 20 protagoniste della scena contemporanea da poco entrate a far parte della Collezione. Come, per dire delle più note e acclamate, Vanessa Beecroft (protagonista dell’ultima Biennale di Carrara), Niki De Saint Phalle, Patti Smith, Giosetta Fioroni e che per la prima volta si apre al video con le immagini di “Myself” di Antonella Bussanich, viareggina, classe 1963, che si divide tra la Francia e la Toscana e che si rappresenta di profilo a mezzo busto per poi fluttuare in una serie di dissolvenze incrociate prima di definirsi nei colori della sua immagine reale.
Una carrellata di ritratti dove sfilano per prime Marietta Robusti detta la Tintoretto, Rosalba Carrieri, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, seguite dalle decorose e incipriate dame del Settecento e culminante nelle inquiete alterazioni della “identità contemporanea”, volti ricomposti, scomposti, mimetizzati attraverso l’uso dei nuovi “medium”, come la polaroid, il digitale, il video, il collage.
Data recensione: 04/01/2011
Testata Giornalistica: Il Tirreno
Autore: ––