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Reso possibile per il sostegno economico dell’Ente Cassa di Risparmio, con Knauf e Ataf, il regalo della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze per questo Natale

Reso possibile per il sostegno economico dell’Ente Cassa di Risparmio, con Knauf e Ataf, il regalo della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze per questo Natale è coniugato tutto al femminile. Sto parlando delle “Autoritratte”, nuovo capitolo de ‘I mai visti’ il fortunato ciclo di mostre gratuite che accompagnano fiorentini e turisti prima, durante e dopo le feste!
La possibilità di farsi stupire dalla forza artistica di ottanta rappresentanti de l’atra metà del cielo fra cui le ‘storiche’ Tintoretta, Lavinia Fontana, Rosalba Carriera, Elisabeth Vigée Le Brun insieme alle meno note Marianna Waldstein, Irene Parenti Duclos, Therese Schwartze Van Duyl, Elza Ransonnet Villez, Marie Collart Henrotin, ma anche Merret Oppenheim, Marie Laurencin, Kathe Kollowitz, Elisabeth Chaplin, Olga Carol Rama. A queste si aggiungeranno le ultime acquisizioni: venti nuove artiste che la Galleria degli Uffizi ha invitato alla donazione di un autoritratto per l’aggiornamento e il futuro della Collezione.
Ampia e variegata è stata la risposta: olio, fotografia, collage, arazzo, video, scultura. Ingegno e cratività, fantasia e abilità, gli autoritratti di Carla Accardi, Jenny Holzer, Vanessa Beecroft, Niki De Saint Phalle, Patti Smith, Francesca Woodmann, Ketty La Rocca, Alison Watt, Lynne Curran, Berline de Bruyckere, Nadia Berkani, Antonella Bussanich, Yayoi Kusama, Marilù Eustachio, Lucia Marcucci, Mirella Bentivoglio, Elisa Montessori, Tinca Stegovec, Giosetta Fioroni, Esther Ferrer sono la dimostrazione delle mutazioni di pensiero e di stile avvenute nella seconda metà del ventesimo secolo. Un corpus di opere che rappresentano il sette per cento degli autoritratti della straordinaria collezione degli Uffizi (circa 1700 pezzi).
Antonio Natali, direttore della Galleria, nel saggio intitolato ‘Il riscatto della poesia’ all’interno del catalogo che accompagna la mostra, scrive “La nostra non sarà forse la prima esperienza che illumini questa materia. Di certo non si tratta, comunque, d’un tema molto frequentato. E non lo è per tante ragioni. Qualcuna anche ben giustificata; come quella fondata sul concetto che ogni forma di distinzione determinata dal sesso rischia di trasformarsi in una nuova discriminazione, se non addirittura in un’autentica segregazione. Un po’ come capita in politica con le quote rosa, per intendersi; che a me – padre di tre figlie – hanno sempre fatto pensare allo zoo, ai panda e alle riserve indiane. Col turbamento che me ne viene se volgo il pensiero a casa mia. Non di meno il problema della supremazia maschile (prevaricazione, sarebbe meglio dire) esiste. Ed è questione tuttora grave, anche nel mondo occidentale; che pure si autoproclama democratico. Ecco che allora questa mostra – specie se rapportata ad altre consimili, costruite senza diversificazioni di sesso – serve a chiarire come il tragitto verso una parità effettiva sia soltanto alle battute iniziali. Basta sfogliare il catalogo d’una qualsiasi esposizione d’autoritratti, dal Quattrocento in poi, per accorgersi ch’è raro imbattersi in un nome di donna in veste d’artefice. E le poche opere di rango che si potranno trovare saranno di mano sempre delle stesse pittrici; le sole capaci di toccare qualità espressive d’alto tenore, proprio perché dotate di quel coraggio e di quello spirito spregiudicato indispensabili a emergere in una società duramente repressiva nei riguardi delle donne. Via via però che la loro emancipazione procede (ancorché lenta), cresce il numero di quelle che si dedicano all’arte. Anche questo insegna la mostra odierna; che giustappunto chiarisce quel che in realtà è sempre stato chiaro; e cioè che a difettare, nelle donne, non è mai stata la sensibilità, ma l’indipendenza e la coscienza di sé, osteggiate entrambe dallo strapotere maschile. Reputo sia palese che quanto proprio a sensibilità, a generosità umana, a disponibilità intellettuale, a capacità d’affetti, a virtù sensitive, e dunque, alla fine, a talento creativo (ch’è quello di cui ora si ragiona), la donna sia in genere più dotata dell’uomo”.
La mostra, curata da Giovanna Giusti, ha operato una selezione valutando tipologie, mirando alla notorietà, alla qualità, alla moda, all’originalità e al mistero delle ignote. Sì, anche mistero, ed è facile ipotizzare che riscuoteranno grande interesse i tre ritratti di artiste sconosciute, “da battezzarsi”, come scritto sul retro di una delle tele. Ci auguriamo che anche i loro nomi possano tornare alla luce, come quello di una giovane Maria Hadfield Cosway, riconosciuta recentemente, esposta per la prima volta e immagine simbolo della mostra. Resa visibile, e motivo di riflessione, proprio quella parte storica della condizione di subalternità della donna artista, la cui produzione è stata troppo a lungo osteggiata e ridotta.
Infine, ulteriore spunto sarà la constatazione che in passato c’è stato chi ha privilegiato l’arte, sapendo guardare avanti, includendo nella Collezione opere di singolare interesse, anche di artiste donne... già dal Seicento, quando il cardinal Leopoldo de’ Medici ne compose il primo nucleo.  
Data recensione: 15/12/2010
Testata Giornalistica: Arte e Arti
Autore: Katty Colzi