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Un’intera famiglia di pittori del Rinascimento sono uniti in una esposizione allestita dal 21 novembre al 1 maggio 2011 a Firenze (Palazzo Medici Riccardi) e a Scandicci (Castello dell’Acciaiolo)

Un’intera famiglia di pittori del Rinascimento sono uniti in una esposizione allestita dal 21 novembre al 1 maggio 2011 a Firenze (Palazzo Medici Riccardi) e a Scandicci (Castello dell’Acciaiolo)
Il Ghirlandaio, sempre declinato al singolare, è in realtà il nome collettivo della dinastia di artisti imprenditori che, dalla seconda metà del Quattrocento, dominò per circa un secolo la scena del Rinascimento fiorentino. Il Ghirlandaio significa dunque Domenico (il capostipite), i fratelli David e Benedetto, il fratellastro Giovanbattista, il cognato Bastiano, il figlio Ridolfo. In più i tanti discepoli e collaboratori che contribuirono a diffondere in Italia e in Europa la fama dio questi magistrali illustratori di Firenzee della sua civitas, alcuni (Michelangelo) anche con clamorosi successi personali. Quella dei Ghirlandaio fu quindi una bottega di grandi professionisti, estremamente produttiva, articolata per capacità e divisa opportunamente in ruoli: Domenico e Ridolfo i maestri del colore, altri di più che ottimo pennello, altri ancora più versati nella gestione dell’azienda.
Questo clan così longevo e prolifico è ora protagonista di una mostra di non comune importanza e vastità, la prima dedicata alla famiglia nel suo complesso, che per di più abbraccia l’intero territorio da Firenze a Scandicci, dove i Ghirlandaio vissero e prosperarono, staccarsene raramente, marchiandolo con il loro preziosissimo lavoro, facendone così un museo tanto spettacolare quanto   diffuso. I Ghirlandaio. Una famiglia di pittori del Rinascimento tra Firenze e Scandicci. Le date: 21 novembre 2010 – 1 maggio 2011. I luoghi: Palazzo Medici Riccardi a Firenze, Castello dell’Acciaiolo a Scandicci, oltre a una serie di itinerari nelle due città, contado e comuni limitrofi, che ci conducono per decine di tavole, pale e affreschi, attraverso musei grandi e piccoli, palazzi e chiese, ville e abbazie. Sono per lo più opere a tema religioso, Madonne con bambino, natività, annunciazioni, ma anche ritratti e figure che documentano la Firenze dell’epoca.
L’esposizione è quindi cucita da un filo di tante mostre e luoghi diversi, riconducibili a due noti progetti artistici: quello della Città degli Uffizi, ideato dal direttore della celebre galleria Antonio Natali per far conoscere l’immenso patrimonio conservato nei depositi, e quello di Piccoli Grandi Musei, organizzato dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e guidato  da un comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci, col compito di promuovere i giacimenti culturali minori della provincia. Il catalogo è dell’editore Polistampa.
Come noto, il reale cognome dei Ghirlandaio era Bigordi, ma finirono per esser tutti identificati con il nomignolo guadagnato da Domenico, allievo di Verrocchio, per il vezzo di adornare di ghirlande la fronte delle ragazze. Dal contado di Scandicci, terra d’origine, si trasferirono a Firenze agli inizi del Quattrocento e la bottega si affermò nella seconda metà del secolo. Il percorso espositivo comincia perciò dalle prime opere fiorentine, le più note: i cenacoli di Ognissanti e S. Marco, gli affreschi nella Sala dei Gigli in Palazzo Vecchio, le Cappelle Sassetti in S. Trinità e Tornabuoni in S. Maria Novella, oltre i capolavori agli Uffizi, Accademia e Galleria Palatina. Palazzo Medici Riccardi espone invece un dipinto solo, ma eccezionale: un’Adorazione dei pastori, prestata dagli Uffizi, realizzata da Domenico tra 1484 e 1486. Ed eccoci a Scandicci. Curata dalla storica dell’arte Annamaria Bernacchioni, la mostra al Castello dell’Acciaiolo presenta la bella Madonna di Ridolfo del Cenacolo di Fuligno insieme a varie opere provenienti dai musei fiorentini. Da qui si procede alla scoperta delle numerose testimonianze artistiche che i Ghirlandaio lasciarono in questo territorioa cavallo dell’Arno nel nord-ovest di Firenze: nelle case di proprietà a San Martino a Colleramole, nella millenaria Badia di Settimo, nella Chiesa di S: Andrea a Campi Bisenzio, nei Museo d’arte sacra di S. Donnino e S. Martino alla Palma, S. Colombano.
Data recensione: 21/11/2010
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
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