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Duecento giornali e riviste fiorentine: lo specchio di un momento particolare della nostra vita, i tre anni che vanno dalla caduta del fascismo alla proclamazione della Repubblica

Duecento giornali e riviste fiorentine: lo specchio di un momento particolare della nostra vita, i tre anni che vanno dalla caduta del fascismo alla proclamazione della Repubblica. Una straordinaria mostra – che interessa non solo storici ma anche i giovani, gli studenti e chi ha vissuto quel periodo e ritroverà molte memorie – aperta fino al 31 dicembre nella sala Galileo della Biblioteca Nazionale. La preziosa rassegna è uscita da quella miniera “ancora non esplorata a fondo” come dice la direttrice Antonia Ida Fontana (la biblioteca fiorentina custodisce la maggior raccolta italiana di periodici) che testimonia lo sviluppo della vita politica e culturale italiana: è stata organizzata da Eventi Pagliai che l’accompagna con un catalogo (Polistampa, 251pagine, 23 euro).
La prima pagina che appare è quella de “Il Nuovo Giornale”, che aveva iniziato le pubblicazioni ai primi del secolo nella tipografia di via Faenza e ora si stampava in via Ricasoli, stesso stabile della “Nazione”. Sotto una testata a caratteri gotici il titolo di quel giorno – 26 luglio 1943 – annunciava a tutto campo: “Sua Maestà il Re e Imperatore assume il comando delle Forze Armate e nomina capo del Governo il maresciallo d’Italia Pietro Badoglio”. Sotto, in un titolino a due colonne: “Le dimissioni di Mussolini”. Comincia così un triennio memorabile della storia di Firenze che attraverso la testimonianza di quotidiani e periodici ripercorre le fasi tragiche ed esaltanti della vita della città. “Il Nuovo Giornale” chiuse poi le pubblicazioni un anno dopo, mentre gli alleati già combattevano a San Casciano: una chiusura improvvisa senza neppure una riga di commiato con il romanzo di appendice che lasciava in sospeso il “continua” finale.
Da via Ricasoli usciva anche “La Nazione”, poi c’erano fogli clandestini come “Socialismo”, bollettini come “San Marco”, proclami politici abbinati all’“Unità”, “Oggi e domani” periodico del Partito d’Azione vide la luce per un solo numero, ed ecco, a fine settembre, “Repubblica”, periodico del partito fascista repubblicano, “L’azione comunista” fondato da Spartaco Lavagnini, “La Libertà” ancora del partito d’azione, “La Patria” dei “giovani italiani repubblicani”, “Avanti!” dei socialisti, “Rinascita”, “Il combattente” organo partigiano del comitato di liberazione, nel gennaio 1944 apparve “Il mitra” supplemento illustrato di “Repubblica”, “La giovane Italia”, “Lotta operaia”, “Il popolo”, “La Punta”, un foglio giovanile cristiano, “La fiaccola” che aveva in via Foscari una filiale della repubblica di Salò, “Avanguardia”dei giovani socialisti con i caratteri della testata identici a quelli dell’“Avanti!”, “Noi Donne” organo dei gruppi di difesa della donna, “L’opinione” dei liberali toscani, a fine luglio 1944 “Repubblica” salutò i suoi lettori con un numero speciale, attraversato da una fascia tricolore e con un titolo significativo quanto improbabile, “Arrivederci”. Pochi giorni dopo a Firenze, non ancora liberata, arrivavano il “Corriere alleato” e “Italia combattente”. Quest’ultimo aveva sopra la testa tre bandierine, inglese, italiana (con stemma sabaudo) e americana e sotto una riga “trasportato dall’aviazione alleata”. Quella prima pagina pubblicò una foto che è rimasta famosa nei libri di documentazione e di storia: un gruppo di partigiani asserragliati nell’angolo di una strada del centro che sparano sui tedeschi. Poi, oltre alle notizie sulla battaglia di Firenze, istruzioni per i patrioti. Era l’8 agosto 1944. Tre giorni dopo “La Nazione del Popolo” usciva con un saluto agli uomini dell’esercito alleato e “L’azione comunista” in edizione straordinaria annunciava che “da Firenze liberata la lotta continua!”.
“La Nazione del Popolo”, che si stampava in via Ricasoli, e che ebbe come direttore anche Romano Bilenchi, era l’organo del comitato toscano di liberazione. Visse fino al 1946, quando, passata sotto il controllo della Dc, diventò “Giornale del mattino” completando la triade dei quotidiani storici fiorentini nel palazzo di via Ricasoli. Perché nel giugno del 1945 era uscito anche “Il Nuovo Corriere”. La fonte di pubblicazioni fiorentine, passando in rassegna la mostra della sala Galileo, sembra inesauribile. Ecco nei primi tempi della ricostruzione, con la guerra ancora in corso al Nord,   uscire il “Corriere di Firenze” (costava una lira), il “Corriere del mattino”, “Il seme” socialista, “La Patria”, quotidiano per l’esercito, “Giovani” e più tardi “Il focolare”, edizioni di vita pastorale, fondati entrambi da Don Facibeni, spuntò ancora un giornale fascista, “Porta Romana” delle brigate nere fiorentine, “La protesta” anarchico, “Il Popolo libero” settimanale democristiano e poi “L’Arno” che trattava politica e cultura e “L’italiano”.
Non solo cultura come “Il Ponte” e “La scena illustrata” tra il 1945 e il ‘46: tornò la voglia di ridere e di svagarsi. Arrivavano in edicola “Il Brivido” che già usciva negli anni Venti e tornava come “Brivido allegro” con il sottotitolo “settimanale estetico sintetico, simpatico illustratissimo”, “Il settimanale dei ragazzi” simile al “Corriere dei piccoli” (costava dieci lire) infine “Olimpia” che si stampava in viale dei Mille e aveva a dirigerlo un gruppo di sportivi leggendari, dal tennista Canepele, il calciatore Bigogno, il pallanotista Giordano Goggioli (futuro direttore di giornali).
Solo prime pagine? La carrellata trai giornali di quell’irripetibile triennio, dove la furia delle armi fu rimpiazzata da nuovi fervori, porta il visitatore a qualche curiosa sorpresa nelle pagine interne. Non solo il testo integrale del discorso di Togliatti ai Fiorentini, ma anche le rime di Saba, una pagina su Paul Valery, articoli di Carlo Levi, una poesia intitolata “Ballata scritta in una clinica”. La firma è quella di Eugenio Montale.
Data recensione: 11/12/2010
Testata Giornalistica: Metropoli
Autore: Sergio Di Battista