chiudi

Non fu un intellettuale qualsiasi, né semplicemente uno scrittore. Pier Paolo Pasolini fu la stella ispiratrice, la voce preveggente in un’Italia alle prese con i cambiamenti del dopoguerra. Lo fu fino alla sua triste caduta, nel 1975. Le sue riflessioni sono ancora attuali: a distanza di trentacinque anni i suoi articoli sono vaticini di una realtà che oggi è sotto gli occhi di tutti. Domani, alle ore 12, inaugura all’Archivio Contemporaneo «Bonsanti» del Gabinetto Vieusseux (via Maggio 42) la mostra documentaria Pasolini. Dal laboratorio. Vi saranno esposti i materiali del Fondo Pasolini che Graziella Chiarcossi, erede dell’intellettuale bolognese, nel 1988 ha lasciato all’istituzione fiorentina. Per la prima volta in Italia quattrocento pezzi tra poesie, disegni, oggetti e pitture. Un’esposizione che dalle poesie giovanili in friulano (Poesie a Casarsa, La meglio gioventù), passa ai versi di poesia civile di Le ceneri di Gramsci o La religione del mio tempo, alle sceneggiature e al periodo cinematografico. Non mancano gli articoli, apparsi sul Corriere della Sera, e le pubblicazioni (tante), anche tradotte in lingua straniera. È emozionante ripercorrere le linee di quella grafia minuta con cui Pasolini appuntava idee e versi in fogli sparsi, blocchi, che compongono una vita di parole. In una teca anche la sua macchina da scrivere, usurata dal tanto utilizzo, che permette d’immaginarlo al lavoro. La mostra del fondo pasoliniano, a cura di Antonella Giordano e Franco Zabagli, ribadisce l’importanza delle acquisizioni del Gabinetto Vieusseux, che però sopravvive ad una drammatica carenza di personale e spazio. «Continuiamo a ricevere prestigiose donazioni – ultima la biblioteca di Vasco Pratolini – ha spiegato la direttrice Gloria Manghetti, ma non abbiamo personale sufficiente per catalogare e archiviare i materiali». L’idea lanciata dall’amministrazione comunale di spostare il Gabinetto Vieusseux in altri luoghi (ad esempio la Biblioteca delle Oblate come ha proposto l’assessore Giuliano da Empoli) continua a non convincere il presidente Enzo Cheli. «Il consiglio di amministrazione del Vieusseux ha delle riserve riguardo lo spostamento» ha chiarito. «Gli sforzi del Comune di Firenze dovrebbero essere indirizzati alla ricerca di una sede adeguata, che possa riunire le membra sparse della nostra istituzione culturale». Ma le difficoltà non hanno precluso l’allestimento di Pasolini. Dal laboratorio, occasione unica in Italia per immergersi nella grandezza del genio pasoliniano attraverso i suoi documenti. Domani, in occasione dell’apertura al pubblico della mostra, verrà presentato anche il volume Il film dei miei ricordi, scritto dalla madre del poeta, Susanna Colussi Pasolini. Alla Sala Ferri di Palazzo Strozzi, alle ore 17.30, Graziella Chiarcossi, Nico Nardini e Rosellina Archinto introdurranno gli scritti della memoria della donna più amata da Pier Paolo Pasolini.
Data recensione: 17/11/2010
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Gabriele Ametrano