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 Aristocratico, proprietario terriero, giornalista, parlamentare, ministro e presidente del Consiglio, Sidney Sonnino è una delle figure dominanti la scena politica italiana fra fine Ottocento e Grande Guerra. Leader del conservatorismo illuminato, intransigente nella difesa dei valori risorgimentali, Sonnino è stato il più deciso oppositore a Giovanni Giolitti e alle sue disinvolte “aperture” ai cattolici e ai socialisti. Proprio Giolitti, nelle sue Memorie, ha espresso un giudizio acuto sul carattere del barone toscano (era nato a Pisa nel 1847): “Se egli conosceva i problemi non ha mai conosciuto in modo sufficiente gli uomini, la cui collaborazione, volontaria o renitente, diretta o indiretta, alla soluzione dei problemi è indispensabile nei regimi democratici e rappresentativi”. Un uomo, Sidney Sonnino, ineccepibile per elevatezza di vita, rigore di costumi, coerenza ideale, privo tuttavia di quelle “qualità” politiche del suo tempo. Apparve già illuminante la pubblicazione dei Carteggi ad opera di Benjamin F. Brown che quarant’anni fa scoprì l’archivio in una delle dimore predilette, il castello di Montespertoli. L’altra, il castello del Romito (acquistato nel 1873) si proietta sul mare, nel tratto della costa livornese di Quercianella, dove anche la stazione ferroviaria ne porta il nome (Quercianella-Sonnino). Là, nella roccia scoscesa fra il castello e le onde del mare Sidney Sonnino è sepolto per sua volontà.
Di quelle carte, che costituiscono una fonte documentaria di straordinario interesse, esce l’inventario, a cura di Roberto Baglioni, con introduzione di Pierluigi Ballini, nella collana dei “Quaderni Sonnino” dell’editore Polistampa: dopo due anni di scrupoloso lavoro, filologicamente perfetto, che completa la redazione dell’inventario con la biografia cronologica, la genealogia, le note archivistiche, il corposo indice dei nomi che facilita la consultazione. L’opera, promossa dal Centro Studi Sidney Sonnino e dalla Direzione generale per gli Archivi, si articola in cinque sezioni, che focalizzano i principali interessi della biografia politica e civile: i manoscritti relativi alla «Rassegna settimanale», fondata nel 1878 con Leopoldo Franchetti, col quale aveva condotto la nota inchiesta sulle condizioni dei contadini in Sicilia; i Carteggi suddivisi in una duplice partizione, fra 1830 e 1922; i Documenti diplomatici, fra 1914 e 1919, gli anni della guida del ministero degli Esteri, dal Patto di Londra alla Conferenza della pace di Parigi; documenti personali e familiari, che si protraggono (per l’amministrazione del patrimonio) fino al 1947.
Un’opera, quella che ci viene adesso presentata, che consente di tutelare e valorizzare il fondo conservato a Montespertoli: studi e ricerche, agevolate dal materiale inedito catalogato e messo a disposizione, permetteranno di comprendere a fondo la complessa figura dello statista, la sua formazione, il suo impegno sociale, culturale, politico e civile. In un rigore morale, tutto suo, in contrasto con la disinvoltura e gli scandali dell’Italia del suo tempo. Si dice che quando Sonnino era ministro in carica ed incontrava per le vie di Roma Alberto Bergamini, direttore del suo quotidiano, «Il giornale d’Italia», negava all’amico perfino il saluto: il sospetto degli altri che potesse tentare di procurarsi favori lo feriva. Stile Sonnino.
Data recensione: 17/11/2010
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Cosimo Ceccuti