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Quadrimestre dopo quadrimestre, è arrivata al numero 45 della sua nuova serie, l’«Antologia Vieusseux». Un traguardo di tutto rispetto per una rivista, anche perché la nuova serie, inaugurata quindici anni fa da Enzo Siciliano, ne presuppone una anteriore

L’Antologia Vieusseux. La rivista quadrimestrale è arrivata alla sua quarantacinquesima uscita. Di qualità
Quadrimestre dopo quadrimestre, è arrivata al numero 45 della sua nuova serie, l’«Antologia Vieusseux». Un traguardo di tutto rispetto per una rivista, anche perché la nuova serie, inaugurata quindici anni fa da Enzo Siciliano, ne presuppone una anteriore, e perché il fascicolo che sigla l’evento odierno è bello, ricco di scritti di rilievo e multidisciplinare: tra scienza e letteratura, perfettamente in linea con quel binomio all’insegna del quale lo storico Gabinetto di cultura fiorentino – luogo d’incontro di intellettuali e patrioti – fu fondato dal Giovan Pietro Vieusseux nel lontano 1819. Molto più moderna, ma anch’essa con già alle spalle una vicenda articolata e prestigiosa, l’«Antologia Vieusseux» nacque nel 1966 ad opera di Alessandro Bonsanti. Da tempo direttore dell’istituto, sulla scia letteraria di Tecchi e Montale, e ora del nuovo periodico, Bonsanti già vantava allora al suo attivo una protratta e sicura appartenenza al nostro Novecento letterario: presenza di narratore e animatore di riviste (dalla mitica «Solaria» a «Letteratura», a «Il Mondo»), amico di scrittori ed artisti, suscitatore di cultura proverbialmente discreto quanto sensibile ed accorto. E c’erano precedenti ed ascendenze rilevabili pure per la debuttante rivista: una creatura di carta che, nella sua sobria veste di bollettino informativo di un istituto per molto tempo ridotto a sola biblioteca, poteva riagganciarsi ad una tradizione illustre, facente capo allo stesso Vieusseux e alla sua celebre «Antologia» sorta nel 1821. Un recupero di radici attento al presente, un mandato societario aperto ai vari campi del sapere da riattivare in mutati contesti. La speranza affidata all’«Antologia Vieusseux», in altri termini, era quella di farsi rinnovata interprete delle istanze culturali di una città come Firenze in un quadro allargato, nazionale ed internazionale, al passo con i tempi. Speranza mai decaduta, coltivata anzi, nel succedersi delle direzioni e delle redazioni, con serietà ed impegno fino ad oggi. Ecco così, nel numero pubblicato da Polistampa, l’editoriale garbatamente militante della direttrice Gloria Manghetti, volto a portare all’attenzione e a commentare nel nome di Firenze e delle sue risorse il riuscito episodio di valorizzazione – soprattutto grazie alla Legge speciale per Venezia – del patrimonio bibliotecario della Fondazione Cini e di un’intera area cittadina riqualificata. Segue una sorta di «special» sul tema del viaggio: dalle pagine sul viaggio scientifico nella prima età moderna di Giuseppe Olmi agli affondi su Forster, Humboldt e Goethe di Paola Giacomini, ai saggi, di nuovo in chiave odeporica, sul botanico Giuseppe Raddi e il collezionista Leo Stein firmati da Daniela Parrini e Valeria Bruni. E ancora articoli su Tozzi e sulla «filosofia dello sguardo», e un intervento a più voci – direttamente dalla Sala Ferri di Palazzo Strozzi che tanti convegni e tante conferenze accoglie – sull’opera narrativa di Francesca Sanvitale.
Data recensione: 29/08/2010
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Marco Marchi