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Elena Guerrieri è responsabile della Biblioteca del seminario arcivescovile di Firenze. Sta approfondendo tutte le parti del Codice Rustici che descrive e illustra la Firenze della metà del ‘400. Uno sguardo lì e uno sulla letteratura del Novecento

Elena Guerrieri è responsabile della Biblioteca del seminario arcivescovile di Firenze. Sta approfondendo tutte le parti del Codice Rustici che descrive e illustra la Firenze della metà del ‘400. Uno sguardo lì e uno sulla letteratura del Novecento, ad esempio sulla stagione del ligure-fiorentino Montale (Letteratura, biografia, invenzione, Polistampa)o di Sandro Penna.
Certo è un’altra Firenze quella conosciuta da Montale o da Sandro Penna, che qui pubblicò il suo primo libro di poesie...
«Sì, ma fermarsi al passato non serve. Firenze, vista dai lungarni, in particolare se portiamo lo sguardo dal magnifico balcone del Ponte Vecchio a lambire tutta la “rive gauche” dell’Arno, fino a toccare la vista del Castello che a sera, sull’ora del tramonto, assume una colorazione sempre diversa e davvero affascinante, mantiene un suo carattere di pregio estetico inconfondibile e quasi magico».
...dove sono custodite, senza essere riconosciute in modo immediato, biblioteche preziose...
«Sì e in questo contesto la Biblioteca del Seminario Arcivescovile è un gioiello tra altri tesori che siamo onorati e felici di salvaguardare. La nostra città sarà salvata dalla cura e dall’amore che le sapremo e vorremo portare: ognuno nel proprio settore può fare bene».
Proprio in questi giorni sono usciti per Mauro Pagliai Editore dieci studi critici su Sandro Penna posti sotto il titolo Quel che resta del sogno, dove affronta anche aspetti in ombra dello scrittore.
Forse si potrebbe dire che più di “quel che resta del sogno”, quel che rimane in Penna è proprio il sogno, in modo talvolta disperato.
«Sì, tra assunzioni precarie e nell’ambito creativo poesie simili a schegge, scintille: rima facile, vita difficile».
I saggi su Penna restituiscono ai lettori alcuni inediti?
«Recensioni, sulla lettera a De Robertis, una prosa lirica. Ma ora ci vuole un’edizione critica delle poesie e delle diverse prose, con l’impiego attento dell’Archivio Penna; una bibliografia di e su Sandro Penna completa ed aggiornata, sin dai primi anni Trenta fino ai nostri giorni».
Data recensione: 11/08/2010
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Michele Brancale