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FIRENZE aise - Colpi di stato, omicidi politici, rapimenti e torture agli oppositori. L’Operazione Condor fu un gigantesco piano di politica estera in chiave anti-comunista che coinvolse gli Stati Uniti e i regimi autoritari sudamericani negli anni ‘70

Il Cile di Pinochet e Avanguardia Nazionale nel volume “L’America Latina tra Guerra fredda e globalizzazione”
FIRENZE aise - Colpi di stato, omicidi politici, rapimenti e torture agli oppositori. L’Operazione Condor fu un gigantesco piano di politica estera in chiave anti-comunista che coinvolse gli Stati Uniti e i regimi autoritari sudamericani negli anni ‘70 e che estese le proprie attività criminali anche oltreoceano, arrivando, ad esempio, a colpire rifugiati e oppositori di Pinochet fin nel cuore dell’Europa.
Lo testimonia un saggio della storica Barbara Zanchetta, contenuto nel volume di recente pubblicazione “L’America latina tra guerra fredda e globalizzazione”, edito dalla casa editrice fiorentina Polistampa (pp.164, euro 14) ed in cui, grazie a documenti d’archivio inediti provenienti dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) di Ginevra, vengono ricostruiti i dettagli del network criminale e sono fornite, attraverso l’esame di rapporti dell’intelligence, ulteriori conferme sul coinvolgimento dell’amministrazione Carter dal 1977 al 1981.
L’Operazione Condor, una vera e propria rete transnazionale volta a combattere la minaccia sovversiva comunista in America Latina, arrivò a interessare perfino l’attività di gruppi eversivi italiani come Avanguardia Nazionale. Il leader della formazione neofascista, Stefano Delle Chiaie, fu reclutato per l’assassino di Bernardo Leighton, noto e popolare attivista cileno esponente dell’area cristiano-democratica. Eseguendo ordini provenienti direttamente dalla leadership del sistema del Condor, il 6 ottobre 1975 Delle Chiaie sparò a Leighton e a sua moglie Anita. Entrambi sopravvissero, ma con gravi danni cerebrali.
Il volume, curato dagli studiosi Massimiliano Cricco, Maria Eleonora Guasconi e Matteo Luigi Napolitano, inserito nella collana di “Storia delle Relazioni Internazionali” diretta dal professor Ennio Di Nolfo, analizza diverse fasi della politica statunitense in Sud America durante la guerra fredda, ricostruendo vicende significative e gettando luce sul rapporto tra Washington e alcuni tra i più importanti Paesi di questo Continente.
Se le radici dell’egemonia americana in America Latina risalgono al XIX secolo, trovando la propria giustificazione formale nell’enunciazione della dottrina Monroe nel 1823, la Guerra fredda ha dato una nuova fisionomia all’“Impero informale” creato dagli Stati Uniti nel Continente latino-americano. Gli studi raccolti in questo volume analizzano varie fasi della politica statunitense in America Latina durante la Guerra fredda, ricostruendo vicende significative e gettando nuova luce sugli snodi fondamentali del rapporto tra Washington e alcuni tra i più importanti Paesi dell’America Latina. Allo stesso tempo, i saggi pubblicati dimostrano come la Guerra fredda e lo scontro bipolare siano solo una delle possibili chiavi di lettura delle complesse relazioni interamericane, che possono essere rivisitate inserendole nel più ampio contesto delle relazioni Nord-Sud, in un mondo sempre più dominato dal fenomeno della globalizzazione. (g.d.l.aise)
Data recensione: 25/05/2010
Testata Giornalistica: Aise
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