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È il catalogo della mostra documentaria allestita al Museo Civico Palazzo Paolina Bonaparte di Viareggio (Lucca) tra il 15 eil 31 gennaio 2010, per il centenario della nascita dello scrittore Mario Tobino (Viareggio, 1910 – Agrigento, 1991).

È il catalogo della mostra documentaria allestita al Museo Civico Palazzo Paolina Bonaparte di Viareggio (Lucca) tra il 15 eil 31 gennaio 2010, per il centenario della nascita dello scrittore Mario Tobino (Viareggio, 1910 – Agrigento, 1991). Il volume raccoglie i materiali di proprietà degli eredi e quelli conservati all’Archivio Contemporaneo “Alessandro Bonsanti” del Gabinetto Vieusseux. Carte manoscritte e dattiloscritte, un nucleo di autografi del grande scrittore relativi ai suoi romanzi, ai racconti, alle poesie e alle collaborazioni giornalistiche, insieme a corrispondenza, documenti personali, ritagli di giornale, suoi ritratti eseguiti dagli amici Marcucci, Rosai, Tirinnanzi, Santini, Paltrinieri, Dolfi, Michetti e tanti altri. È rappresentata tutta la produzione in prosa e in versi di Tobino fino a oggi nota, così come non poche sono le pagine finora inedite. Ed è ampia la serie epistolare, tale da permettere di compiere un esaustivo percorso biografico di particolare interesse storico e letterario.
Come ha scritto Ciro Bettini su “Il fatto quotidiano” del 21 gennaio 2010: “Fosse ancora vivo, Mario Tobino in questi giorni compirebbe 100 anni. Grazie anche al catalogo della mostra celebrativa (in esposizione al Palazzo Paolina Bonaparte di Viareggio fino al 31) con foto, quadri e documenti che lo ritraggono, possiamo immaginarcelo malinconico, dopo i festeggiamenti, rientrare nelle due stanzette di psichiatra del manicomio di Maggiano, rifugiarsi nella solitudine che lo caratterizzò e sorridere ai suoi matti. Ora possiamo dirlo: Tobino è tra i 10 grandi scrittori italiani del secondo ‘900. E, tra questi, il più provinciale, nell’accezione positiva del termine: genuino e impulsivo, capace d’odio perché prima d’amore, letterato autobiografico senza sconti per se stesso. In una società di sedicenti normali e di intruppati in idee-massa, si sentì sempre Il clandestino. E, come dice qui il poeta Vittorio Sereni, ebbe l’intuizione che ‘il male sia dell’intelletto, non degli affetti’”. 
Data recensione: 01/01/2010
Testata Giornalistica: Il Portolano
Autore: ––