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Arte, storia e cultura si sono incontrate martedì sera al centro Michon per un happening dedicato ad Angelo Froglia, l’artista livornese scomparso prematuramente che ha legato il suo nome ad alcune delle false teste di Modì.

Esposte una delle sculture della burla e un’opera di Rotondi
Arte, storia e cultura si sono incontrate martedì sera al centro Michon per un happening dedicato ad Angelo Froglia, l’artista livornese scomparso prematuramente che ha legato il suo nome ad alcune delle false teste di Modì. Diversi artisti e personalità cittadine si sono riunite in quello che sarebbe stato il giorno del suo 55º compleanno per ammirare una selezione di circa 20 opere rappresentative di tutto il suo percorso artistico e soprattutto per rivivere insieme l’operazione artistico/concettuale delle teste di Modì.
Sia attraverso il videotape che lo stesso Froglia realizzò nell’84, sia grazie ad un nuovo libro scritto dalla critica d’arte Alice Barontini “Alla ricerca di Modì” (pp.112, 8 euro, editore Polistampa) è stato possibile rivivere quella “performance che mise in crisi la critica”, come recita il sottotitolo del libro. Ospite d’onore della serata la testa “Modì 1”, esposta in poche occasioni e concessa in esclusiva per un paio d’ore durante l’inaugurazione di questa mostra dal titolo “Angelo Ritrovato”.
«La mia conoscenza con Froglia - ha spiegato Massimo Filippella del Centro Michon - è quasi fraterna. Quanto aprii la mia bottega nel’68 lui fu uno dei primi ad iniziare a frequentarla, per alcuni anni dipinse proprio nel mio soppalco. Questa mostra è un bella occasione per rendergli omaggio e, in un certo senso anche per “riabilitarlo” ricordando che è stato un vero artista».
Angelo Froglia, pittore ed artista livornese, è stato spesso visto come un portuale con problemi di droga, e di contiguità con un gruppo di lotta armata con conseguente carcere, e questa sua tormentata biografia ha spesso finito per influenzare la visione della sua arte anche se le sue tele sono state protagonista di mostre importanti in Italia e all’estero.
Alice Barontini, classe’82, giornalista e critica d’arte, con questo libro ha preso spunto da ciò che accadde nella Livorno del 1984 per aprire un dibattito e una rilettura del lavoro di Froglia. «Anche se gli eventi sono temporalmente lontani dal mio vissuto - ha spiegato - mi sono interessata ed avvicinata al tema con grande passione. Quando mi sono resa conto che spesso la burla delle teste di Modì è circondata da un certo caos ed è spesso attribuita ai 3 universitari, ho pensato che fosse necessario fare questa operazione di rilettura della performance di Froglia. La distanza temporale e il non coinvolgimento viscerale mi hanno permesso di vedere le cose in modo più oggettivo».
Il libro nella prima parte parla dei fatti dell’estate 1984, mentre la seconda parte è più saggistica e analizza l’operazione artistico/concettuale delle false teste di Modì nell’ambito dell’arte contemporanea. I fatti sono riesaminati in modo innovativo, con spunti inediti: è opera d’arte o azione fastidiosa e provocatoria? Trovata di cattivo gusto o un’idea piena di tagliente ironia per gettare luce sul sistema artistico?
Per l’occasione l’artista Michael Rotondi ha realizzato un’opera ispirata alla figura ed al lavoro di Froglia; sarà anch’essa esposta negli spazi della galleria. Rotondi ed altri artisti che collaborano col centro culturale Michon hanno inoltre personalizzato alcune copie del libro della Barontini per renderle piccoli ed unici esemplari artistici da mettere a disposizioni dei numerosi ospiti intervenuti a questa iniziativa.
Data recensione: 25/03/2010
Testata Giornalistica: Il Tirreno
Autore: Elena Batazzi