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A trentuno anni dalla morte di Giuseppe Brancale un’iniziativa congiunta delle due regioni nelle quali visse ne riporta in auge l’opera e la figura di fine intellettuale. La “riscoperta” delle opere di Giuseppe Brancale, scrittore nato a Sant’Arcangelo ne

A trentuno anni dalla morte di Giuseppe Brancale un’iniziativa congiunta delle due regioni nelle quali visse ne riporta in auge l’opera e la figura di fine intellettuale. La “riscoperta” delle opere di Giuseppe Brancale, scrittore nato a Sant’Arcangelo nel 1925 e morto a Firenze nel 1979, autore di quattro romanzi, due editi e due inediti, e di alcuni racconti, tutti ambientati in Basilicata, nella valle dell’Agri, e anche di un saggio sulla questione meridionale, sarà a breve un’operazione culturale promossa congiuntamente dalle Regioni Toscana e Basilicata, con il contributo anche del Comune di Cascina e della Provincia di Firenze, oltre che della casa editrice Polistampa.
L’assessore regionale alla Cultura Antonio Autilio sottolinea che “è un’operazione culturale che rientra in quella più generale della valorizzazione degli “insigni lucani”per rafforzare le radici della lucanità. Per Brancale ha un significato ancora più particolare perché – aggiunge Autilio – il tema fondamentale dei suoi scritti è quello del ritorno (nei luoghi, sulla memoria, sulla storia) intrecciato alla dimensione della speranza. In Echi nella valle, pubblicato nel 1974 (Ed. Pellegrini: ristampa ed. Teorema): le vicende di Marco Laviano e Andrea Salinatore, discendenti di una stessa famiglia, in epoche diverse ma con la stessa ricerca che li condurrà, misteriosamente, dopo secoli, l’uno davanti all’altro – aggiunge Autilio – ci sono eventi storici della Val d’Agri che si intrecciano a vite umane della stessa comunità valligiana. Per questo libro ottenne il Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri il pittore-scrittore Carlo Levi disegnò il bozzetto di copertina. È in corso di pubblicazione, in quattro volumi, l’opera omnia di questo scrittore che venne la prima volta in Toscana, a Forte dei Marmi, in addestramento come marinaio e poi nella Firenze dell’immediato dopoguerra per cercare uno sbocco professionale stabilendosi in modo definitivo nel capoluogo toscano solo negli anni Settanta. Fu a lungo in contatto con Carlo Levi che ne incoraggiò l’opera e preparò tre quadri per la prima edizione del suo ‘Echi nella valle’, appena rieditato da Polistampa.
E proprio sulla figura e sull’opera di Giuseppe Brancale, promosso dal ‘Centro Studi Umanistici’ dell’Abbazia di San Savino, nei giorni scorsi si è svolto a Cascina (Pisa) un convegno (‘L’altra faccia del Sud’)che ha coinvolto oltre duecento studenti. Al centro della riflessione anche le lotte e le esperienze dei migranti, di ieri e di oggi, nonché le ricadute delle esperienze, urbanistiche e civili, della Toscana in un Sud da valorizzare senza perdere il rispetto per la sua più autentica e antica identità. Del 1977 è Lettere a Michele (Ed. Grafistampa). Il romanzo, dedicato al medico Michele Di Gese, rappresenta un testamento spirituale dello scrittore. In forma di lettere, l’autore cerca di raccontare all’amico, prima di un’annunciata partenza, quello che accade nel suo presente e l’incontro con il cantastorie Gargané, che è apparso, un giorno, nei pressi della radura a cantare e raccontare la storia del mondo. Siamo convinti – dice ancora l’assessore Autilio – che la riscoperta dell’opera di Brancale possa rappresentare un nuovo stimolo, per le giovani generazioni della Val d’Agri “combattute” come lui dalla voglia di cercare fortuna altrove e di restare, a riappropriarsi del nostro patrimonio culturale ed ideale.
Data recensione: 14/03/2010
Testata Giornalistica: La Nuova
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