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Un tuffo nella beffa del secolo, un tuffo nell’estate livornese 1984, quella passata alla storia come l’estate delle teste false di Amedeo Modigliani. E un riemergere per poche ore, il tempo di un vernissage, di «Modì 1», la prima delle teste di Modiglian

Un tuffo nella beffa del secolo, un tuffo nell’estate livornese 1984, quella passata alla storia come l’estate delle teste false di Amedeo Modigliani. E un riemergere per poche ore, il tempo di un vernissage, di «Modì 1», la prima delle teste di Modigliani «tarocche» che per settimane furono considerate autentiche dal fior fiore della critica nazionale e non, dando così vita al primo scandalo mediatico in campo artistico della storia italiana. Un vernissage con «sorpresa» – e la sorpresa era la falsa testa di Modì –, ieri, al centro culturale Michon di Massimo Filippelli, dove si è aperta la mostra «Angelo ritrovato», retrospettiva del pittore livornese Angelo Froglia, colui che gettò nel Fosso Reale due delle teste abbozzate alla maniera di Modigliani come «operazione estetico-artistica», un gioco intellettuale per verificare «fino a che punto la gente, i critici, i mass-media creano dei miti». Mentre scolpiva le pietre realizzò anche il film «Peitho e Apate... della persuasione e dell’inganno (Cherchez Modi)», che suscitò l’interesse della critica al Torino Film Festival del 1984. Ieri Froglia, scomparso nel 1997, avrebbe compiuto 55 anni e nel novantesimo anniversario dalla morte di Modigliani esce anche Alla ricerca di Modì, il libro scritto dalla giornalista e critica d’arte Alice Barontini e pubblicato dalla Polistampa. Un saggio d’arte in cui l’autrice pone una cesura netta tra la burla e il gioco intellettuale. Tra il gesto di Froglia, e quello dei tre studenti universitari livornesi Pietro Luridiana, Pierfrancesco Ferrucci e Michele Gherlanducci, autori di Modì 2, la seconda falsa testa, scolpita col Black&Decker e ripescata nell’estate 1984 dalle acque melmose del Fosso Reale.
Il gesto di Froglia nasceva da una motivazione estetico-concettuale ben precisa: mettere in luce i meccanismi alla base del sistema dell’arte nell’era della comunicazione di massa ed evidenziare il ruolo cruciale che la tv e i mezzi d’informazione giocano nel nostro modo d’intendere la realtà. Una provocazione artistica quanto mai attuale, e un viaggio «vintage» attraverso i dipinti e il famoso filmato di Froglia. Con la falsa testa «Modì 1» che per una sera si è scossa di dosso la polvere, tornando protagonista. Nello spazio-tempo di un vernissage.
Data recensione: 24/03/2010
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Paola Zerboni