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Gran toscano, Sigfrido Bartolini (1932-2007) è stato uno dei massimi incisori italiani del ‘900, oltre che una delle penne più affilate del nostro giornalismo culturale. Esperto d’ogni tecnica a stampa, è stato in particolare un virtuoso del monotipo, pra

Gran toscano, Sigfrido Bartolini (1932-2007) è stato uno dei massimi incisori italiani del ‘900, oltre che una delle penne più affilate del nostro giornalismo culturale. Esperto d’ogni tecnica a stampa, è stato in particolare un virtuoso del monotipo, pratica ormai desueta consistente nell’imprimere una pittura a olio o a inchiostro grasso su lastra, mentre è ancora fresca, su una carta inumidita. L’effetto che ne scaturisce è un po’ rozzo, ma immediato e schietto: perfetto, dunque, per la figurazione d’umore brusco e popolaresco di Bartolini, contrapponendola nei fatti ai birignao intellettualistici di un’ avanguardia da lui mai amata, anzi sempre fieramente combattuta. Tutt’altro che incolti, beninteso, i fogli ora raccolti dalla Pontiggia narrano la vicenda di un intellettuale sapiente e sofisticato alla ricerca di una verità visiva viva e palpitante, che sia davvero bella e senza frode.
Data recensione: 21/02/2010
Testata Giornalistica: Corriere della Sera
Autore: Raffaele De Grada